DEI VIAGGIATORI VENETI MINORI 191 Ebbe tre fratelli Carlo, Giambattista e Laura, andata sposa al patrizio Andrea Bembo. Dopo d’aver militato per tredici anni nella veneta marina, accolto dal nobile Giusto Antonio Beleguo, s’imbarcò sulle galere da lui dipendenti e dirette da Giuliano Morosini di Taddeo ed Angelo Marcello di Francesco. Su queste navi s’erano pure imbarcati il Cav. Giovanni Moce-nigo ed il sig. Ottaviano B011, ambasciatore il primo, ed il secondo destinato bailo a Costantinopoli. La piccola squadra si mosse da Venezia il 6 settembre 1604 e tenne il mare fino all’n ottobre del medesimo anno. Il nostro Querini con opportuna descrizione e con sapienti rilievi mette in evidenza le cose principali dei singoli porti, così sotto l’aspetto militare, come pure sotto quello commerciale. Le Bocche di Cattaro, dopo le coste Istriane e Dalmate, gli offrono per prime sufficiente, per non dire abbondante, materia. Tratta poi abbastanza diffusamente di Budua, città soggetta al Governo Veneziano sui confini dell’Albania, di Antivari, Dui-cigno, e Durazzo, per continuar ad intrattenersi sui porti del Litorale e delle isole Jonie. Nè tralascia di parlare in seguito di Cerigo, Corone, Tine, Metelino, preoccupandosi di farci sapere la capacità del porto di ciascuna e di suggerire i mezzi, secondo lui necessari, per assicurare il commercio della Serenissima Repubblica in quei mari. Tornato in patria nel 1609, essendo sopracomito, combattè presso Daxo dieci galere di Barberia, riuscendo a catturarne una, e poi continuò a dar la caccia a quante nel Mediterraneo molestavano in qualsiasi modo le navi venete, riuscendo nel 1620 a farne prigioniere due altre. Undici anni dopo fu uno dei capi della Quarantia civile, capo di quella criminale e vice consigliere Morì il 6 agosto 1654. Fonti. — Cappku.ari e Barbaro, op. cit. - Amat di S. Fu,. Voi. i°, P- 377- BIBLIOGRAFIA (\Is.) — Raccolta di alcune cose particolarmente osservate nel viaggio del Tenedb da me Silvestro Querini del durissimo sig. Nicolò, fu del clarissimo sig. Carlo. (Cod. Donà dalle Rose 153 n. 24 'pp. 214-221), esistente nel Civico Museo Correr di Venezia).