— 41 — La circolazione non ha più la sua base sul credito e non si tratta di un « rappresentativo della moneta », ma di un pessimo surrogato che trova come unica base la legge in forza della quale circola. Il corso forzoso compare quando le finanze statali estenuate da una guerra, da pagamenti all’estero o da gravi disgrazie (terremoti, alluvioni, ecc.) devono ricorrere alla riserva metallica delle banche di emissione, e surrogano questa gradatamente con della carta-moneta, via via che prelevano la moneta metallica, per far fronte agl’ impegni. Ma in questo caso la misura dell’ emissione non è determinata dai bisogni degli affari e del traffico sui quali le banche basano e limitano le emissioni fiduciarie ma è data invece dalle necessità dello Stato (ad es. pagamento di oggetti e forniture militari, vettovagliamento dell’esercito, ecc.) per cui mentre le banconote emesse, ad esempio, per sconto cambiali hanno un periodo di circolazione limitato al periodo di validità delle cambiali e alla scadenza di queste vengono ritirate, la carta-moneta ha un periodo di circolazione incerto potendo essere ritirata solo quando le finanze dello Stato ritroveranno l’equilibrio. Ma sopratutto interessa insistere sul fatto che mentre la banconota è convertibile, e per virtù di questa convertibilità il valore che porta impresso è un valore reale perchè trova una esatta uguaglianza nella moneta aurica (corso fiduciario) o è proporzionale ad essa in una cifra fissa e costante (corso legale), la cartamoneta invece è inconvertibile ed il valore che porta impresso è un valore nominale, fittizio, aleatorio, in quanto soggetto a continue variazioni del valore reale