DEI VIAGGIATORI VENETI MINORI 315 l’Italia e la Svizzera, raccogliendovi quanto poteva interessare i luoghi e la loro istoria, e tutto riponendo nella deliziosa sua villa « Altichiero ». Fu in uno di questi viaggi ch’egli volle seco un dotto medico e naturalista di Valdagno, Gerolamo Festati, che fu così il diligente espositore di tutto l’itinerario. Era costui nato a Valdagno nel 1738 e vi morì il 3 luglio 1801 per 1111 colpo apoplettico. Dopo d’aver compiuti gli studi di medicina e di scienze naturali nelle Università di Padova e di Bologna, era stato eletto medico alle Fonti di Recoaro, ove rimase per ben 20 anni. Ancli’esso percorse l’Italia e la Svizzera, osservandone, da naturalista diligente ed appassionato, la struttura dei monti e le eruzioni vulcaniche, nonché l’andamento della medicina, della chimica e della storia naturale. Varie opere diede alle stampe interessanti le discipline da lui professate, ed il cui titolo si può leggere nell’introduzione preposta da E. Cicogna alla pubblicazione da lui fatta del viaggio per la Svizzera, sopra un codice autografo di stia proprietà. I/itinerario è diviso in tre parti. La prima si inizia col 22 agosto 1777, e da Torino ci porta a Chamberv, a I,ione ed a Ginevra ; la seconda da questa città ci adduce a Solura ; nella terza abbiamo notizie di Lucerna, Zurigo, Basilea e finalmente di Sciaifusa, donde vediamo i due viaggiatori prender la strada della Germania per tornare in Italia e da Innsbruck e Rovereto riveder Vicenza il 16 die. 1777. Scopo del Querini in questo viaggio furono le osservazioni politiche e filosofiche; a! Festari invece stettero a cuore le cose riguardanti in particolare la mineralogia, senza per questo trascurare quanto poteva interessare l’agricoltura, la fisica, la medicina, l’economia pubblica ed i costumi dei popoli. Nell’opera 11011 mancano inoltre brevi descrizioni di oggetti d’arte ed accenni e giudizi sopra illustri personaggi del tempo avvicinati durante il viaggio, quali Voltaire, Saussurre, La Land, Senebiu, Huber, Bonuet, Tissot, Heller, Lavater, Hirzel, ecc. Il co. Corniaui, scrivendo al Cicogna di questo « Diario », affermava che « e per le cose diverse trattate e per essere scritto in generale con garbo » meritava d’esser dato alle stampe e faceva onore all’autore.