- 453 — dell’ Austria e della Russia nei Balkani, dove esse da gran tempo dispiegano una politica medioevale a base d’ intrigali , di corruzioni e di delitti, per fini egoistici. Secondo quel giornale, 1’ accordo austro-russo non nacque nel 1897, ma molti auni prima; in quell’anno non si fece altro che determinare le sfere e l’opera d’ influenza dei due imperi. « Col pretesto di mantenere lo statu quo, esso definì le regioni su cui le due potenze estendono le loro mire: all’Austria la Serbia, la Vecchia Serbia, l’Albania e la Macedonia sino al Vardar (per le quali tre ultime espressioni sarebbe stata sufficiente e più esatta la seconda solamente) ; alla Russia tutto il paese dal Danubio ai Dardanelli. L’Austria, persecutrice ostinata dei proprii piani, e a volte fedifraga anche alla Russia, spinse gli Albanesi ad uccidere lo Slierbina, facendo centro della sua azione malefica il proprio consolato di Belgrado. La Russia, da parte sua, suscita le ire dei partiti, semina zizzanie nel paese; dopo d'aver combinato il matrimonio di Draga con Alessandro, lo fa inviso al popolo; matura l’odio dell’esercito serbo contro il Sovrano e poi facilita il regicidio, e peggio sarebbe stato se l’Inghilterra non si fosse energicamente opposta a un intervento austro-russo nei Balkani. Chi sa domani se il mondo non debba dire che Pietro I fu ucciso e Ferdinando I scacciato dalla Bulgaria ? Crederà il mondo che i popoli deg'li Stati balkanici agiscano di proprio impulso? Sarebbe sciocchezza ! I tre sovrani uccisi a Belgrado, i due principi assassinati moralmente a Sofia dovrebbero invece essere considerati non come vittime dei loro popoli, bensì della politica austro-russa. Questa è la diplomazia suggellata dall'accordo del 1897. Ma dorme l’Europa? Però non è forse lontano il giorno in cui i paesi più civili, la Francia, l’Italia e l’Inghilterra, indignati di questo sistema barbarico, grideranno insieme: Ilands off ! » Prima di procedere oltre, ci preme di rilevare una frase caratteristica sfuggita al ministro Popoff nella sua conversazione con Belcredi, perchè essa, se ci offre la opportunità di apprezzare nella giusta misura la condotta e il programma del gabinetto lJetroff, ci dà pure il modo di penetrare nell intima tendenza di tutto quel partito bulgaro che vede in Petkoff il suo più degno e genuino rappresentante. Egli, dunque, riguardo alle mire d’annessione della cosidetta Macedonia attribuite alla Bulgaria, disse: « È una calunnia. La Bulgaria non vuole annettersi nulla , come non può essere indifferente per ciò che succede ai suoi confini. Essa aspetta e vigila e vuole lentamente e ragionevolmente prendere con tranquillità il frutto quando sia maturo... Coloro che fanno del chiasso non ottengono nulla. » Or, senza dubbio, le due idee che si fondano sul principio negativo di non voler annettersi nulla e su quello positivo di voler prendere il frutto quando sia maturo , sono fra loro in contraddizione perfetta e manifesta. Una tale contraddizione corrisponde 4