— 343 — per non far ridere di noi la gente, se anche nelle vene dgl Principe Aladro scorra, o meno, qualche goccia del sangue di Skan-derbeg; poiché nella A. S. noi vediamo un uomo forte (e lascia pure che non sia nemmeno albanese!) il quale chiama alla battaglia i figli dell’Aquila gridando: Oggi si muore, se il fato ha cosi stabilito, pur che l’Albania abbia la libertà !—Or tu duuque, da persona intelligente, sei in grado di comprendere che noi benediciamo all'A. S. per il bene che fa, e più per quello che vorrà fare per la Patria , poiché siamo convinti che le opere onorano l’uomo e che ognuno è figlio delle proprie azioni; onde teniamo in ispregio coloro che, con i pregi degli altri, magari che questi altri siano gli avi, i padri, i fratelli e i proprii figli, intendono ornare sé stessi, come il corvo della favola con le penne del pavone. Queste cose ti dico come albanese e come Schirò e questi sono anche i pensieri dei miei amici e di tutti gli Albanesi di Italia che abbiano cuore e cervello, che amiuo davvero la Madre Patria e che non vogliano per sé qualche profitto, nè intendano carpire facilmente, come certuni che io ben conosco , alcun che di nomea, per togliersi dalle tenebre profonde dove Iddio, con le mani e con i piedi avvinti, li ha dannati, esseri spregievoli, in una inutile ed infruttuosa esistenza; affinchè, offrendo argomento di riso , malgrado che tentino di attaccarsi come parassiti immondi a qualche persona illustre, sol per rubarne la luce, pazzamente fra i pazzi, si ritengano e si vantino , quali agitatori di un popolo che non sa se essi vivano, che non ha affatto alcun desiderio di conoscerli, e che essi, alla lor volta, non giungeranno mai a conoscere; perchè non sono Albanesi, nè per sangue, nè per lingua, nè per sentimenti generosi, nè per virtù di sorta. « Agitate e agitatevi! disse uno degli uomini più grandi che abbia mai avuti la terra; quindi noi, che con gran desiderio stiamo in attesa dell’ora bianca dell’Albania, rispondiamo: che tu vìva! a colui che ne precede dicendo : Venite pure , chè il tempo è giunto!—Ti prego di mostrare questa lettera a S. A. affinchè sappia anch’egli chi io sia e chi siamo noi, e compiaciti inoltre di salutarlo con onore. » Io penso che non piccola soddisfazione abbia dovuto procurare al sig. Aladro la mia risposta, come sono sicuro d’avergliene procurata una non minore la Ode che ho sopra riferita, dacché egli, prima di partire da Parigi, per una stazione invernale, affine di ritemprarsi, per essere in grado di entrare in Albania da forte, nella prossima primavera , ove mai i Bulgari avessero levate le armi contro la Turchia, negli ultimi di gennaio del 1903, compiacevasi di ordinare che mi si fosse reso manifesto il suo grato animo e che non mi si fosse nascosto il fatto d'aver voluto leggere da sè i miei versi. Non è a dire con quanta impazienza io aspettassi la primavera; quali voti facessi per la salute di lui, e come il mio cuore bat-