— 537 — della penisola balkanica, volle ricordare al governo l’obbligo di vigilare, affinchè gl’interessi italiani non fossero ivi compromessi. L’on. Barzilai rilevò che la discussione svolgevasi fra 1’ indifferenza del paese e della Camera, per quanto il momento politico non la rendesse precisamente accademica : « Pochi sanno in Italia dove siano di casa Mitrovizza o Novi Bazar ; ma il giorno in cui le truppe austriache movessero per quelle regioni, l’opinione pubblica italiana capirebbe di che si tratta e farebbe sentire la propria voce !... « L’equilibrio dell’Adriatico non è forse stato turbato dall’Austria con l'occupazione della Bosnia e dell’ Erzegovina? Non è stato forse Re Vittorio Emanuele II a dire che quella occupazione avrebbe stretto 1’ influenza italiana in una morsa d'acciaio ? « Inoltre 1’ Austria ha costruito la ferrovia che unisce Vienna alla Macedonia, si è divisi con la Russia i territorii balcanici sui quali esercitava tutta la sua influenza. E così tutto il versante Adriatico dei Balcani è battuto dalla corrente espansionista austriaca. Non si dica che 1’ Italia è stata ammessa a far valere i suoi diritti sul riordinamento amministrativo della Macedonia, perchè su questo punto—malgrado la nomina del buon De Georgis a comandante la gendarmeria-l’Austria e la Russia tengono al loro monopolio e non transigono. « E se l’Italia ha voluto delle garanzie per il mantenimento dello statu quo nei Balcani, ha dovuto chiederle alla Russia, alla Francia, all’ Inghilterra, e non all’ Austria, chè da questa non le avrebbe avute !... « Le nostre relazioni con la triplice bastano a lumeggiarle gli episodi di Cattaro e di Fiume : v’è tra noi e gli alleati la nebbia di non sedati ricordi, di speranze segrete, e questa nebbia offusca i rapporti austro-italici... La politica della triplice è contraria al paese. » Del discorso dell’ on. ministro Tittoni riportiamo il brano seguente che particolarmente c’interessa, e eh’è un documento di prim’ ordine ed eloquentissimo della nobiltà dei sentimenti, della lealtà e del senno politico, che non solo onorano un uomo e un governo, ma che riverberano la loro luce su tutta una Nazione che , come quella italiana , ha sempre presenti e costantemente coltiva e sostiene al cospetto del mondo i santi ed inconcussi prin-cipii, cementati dal sangue di tanti eroi, per i quali essa esiste libera, una e indipendente : « Troppo fantasticamente si è parlato dai giornali di spedizioni italiane in Albania e di occupazione austriaca in Macedonia. I due Stati non pensano a occupazioni di sorta, nè a spartizioni di spoglie. Nulla è più lontano dalla loro politica. Essi lealmente vogliono il mantenimento dello statu quo politico, e se questo, malgrado i loro sforzi, non fosse possibile, dovrebbe prevalere il principio dell'autonomia sulla base delle nazionalità. Tutto fa prevedere che nei 63