— 144 — sono rimasti finora delusi, e le cose si sono svolte ben altrimenti e a loro danno, per opera dell’Austria, da una parte, e dall'altra per quella della Russia, le cui ambizioni costituiscono un pericolo permanente, malgrado gli sforzi fatti dall'Europa liberale per frenarle e per reprimerle. Or da tutto ciò si desume chiaramente quanto ha già affermato l’On. Di San Giuliano, in uno dei suoi magistrali articoli pubblicati sul Giornale d’Italia , cioè « che la nazionalità albanese si estende oltre lo spartiacque fra l’Adriatico e l’Egeo; guadagnando sempre terreno verso nord-est, in direzione della frontiera serba, e che la parte montagnosa dell’Albania, per i pascoli e per i generi alimentari, è così dipendente dalla sottostante pianura, che si capisce come un popolo armigero e battagliero si ribelli contro mutamenti territoriali che, staccandolo dai proprii connazionali e correligionari, posson metterlo in condizione di dipendenza economica e politica verso di quelli che da secoli è avvezzo a dominare ». Si deduce ancora 1’ evidenza del concetto espesso dallo stesso eminente statista nel senso che « l’assetto della Macedonia si semplificherebbe di molto, dando all’Albania ciò che le spetta ». E siccome noi non intendiamo ingannare alcuno, e tanto meno siamo desiderosi di sentirci accusare d’esag-erazione, ammettiamo da una parte con S. E Petroff che, essendo, nel vilayet di Uskyp, la grande maggioranza formata dagli Albanesi, non è il caso di discutere sulle sorti future del medesimo; e dall’altra, riferendoci ai dati statistici presentati dal cav. 0. Gaetani d’Aragona di Ca-stelinola, R. Console italiano a Monastir, diciamo che anche quest’ultimo vilayet, con quasi trecentomila Albanesi, che dichiaransi tali ad onta delle propagande straniere; ai quali bisogna aggiungere una buona parte di coloro che passano per Turchi e per Greci, il che farebbe accrescere la cifra sopracennata di un’altro « terzo, di fronte a duecentomila bulgari ; senza contare i pochi serbi e i pochissi israeliti; non potrà, in un assetto definitivo politico della Penisola Balkanica, non venire attribuito alla nazionalità più forte numericamente, cioè all’albanese; per quanto nel Sangiaccato di Serfidjé non vi sia che un’ assoluta maggioranza turca, e in quello di Monastir il più importante nucleo sia bulgaro. Continuando ora nel nostro studio, notiamo che, dopo la guerra fra la Serbia e la Bulgaria, che finì per arricchire quest’ ultima coll’annessione della Rumelia orientale, a dispetto della Russia, la quale se ne vendicò con la detronizzazione del Principe Alessandro di Battemberg; il nostro grande connazionale On. Crispi, intrattenendosi col Principe di Bismarck a Friedrichsruche, la mattina del 2 ottobre 1887 , dichiarava che 1’ Italia non poteva disinteressarsi della questione d’ Oriente e che non avrebbe consentita mai alla Russia l’occupazione di Costantinopoli, la quale sarebbe stata la base del predominio di essa sul mediterraneo.