— 484 — « Infatti, dopo avere specificato la natura delle varie riforme, i rappresentanti delle due grandi potenze ne determinano la data dell’ applicazione. « Dall’esame complessivo di esse si scorge chiaramente che, più che a risollevare le popolazioni cristiane dagii effetti deleteri del giogo turco, sono destinate a consolidare in quelle regioni la influenza politica della Russia e dell'Austria-Ungheria, a detrimento di quelle delle altri grandi potenze interessate. « Se la Turchia accettasse puramente e semplicemente le proposte austro-russe , verrebbe a stabilirsi nel mlayes del sud-ovest della penisola balkanica un vero e proprio condominio dei due imperi suddetti, ancor più nocivo per le altre nazioni mediterranee di quel che fu in Egitto, prima dell’occupazione britannica, il controllo angio-francese. « Dall’applicazione letterale di queste riforme il dominio effettivo della Turchia in quelle regioni verrebbe a subire un colpo formidabile , a beneficio non delle varie nazionalità attualmente oppresse dal giogo ottomano, ma delle grandi potenze controllanti. « La nota austro-russa, redatta nel famoso recente convegno di Murzsteg, a quanto si dice, ha ottenuto il previo assentimento delle altri grandi potenze, desiderose soltanto di far cessare la insurrezione macedone e tutte le dolorosissime conseguenze, che accompagnano le grandi sollevazioni. « Ma se questa approvazione venne consentita facilmente dalla Germania, dalla Francia e dall’Inghilterra ci sembra strano che l'abbia dato anche l’Italia. « Infatti la nota austro-russa viene ad escludere qualsiasi nostra influenza nei paesi balkanici e segnatamente in quei vilayets che sono bagnati dall’ Adriatico e si trovano sulla via che 1’ Austria si è da lungo tempo proposta di percorrere per arrivare all’Egeo. In tal modo i vilayets di Scutari e Janina si troveranno completamente in balia della nostra alleata, con quanto pericolo per la nostra influenza politica e per la nostra situazione nell’ A-driatico è facile vedere. « Sarebbe stato quindi preferibile, sotto tutti i punti di vista, pel nostro paese, se la nostra azione diplomatica si fosse spiegata in modo da adottare per i vilayets macedoni e Albanesi le stesse misure già applicate a Creta. » Così anche il Giornale d’Italia faceva le considerazioni seguenti: « L’intesa austro-russa, per tutto ciò che concerne la politica balcanica, é fatta senza di noi, e si risolve necessariamente in una diminuzione morale e politica della nostra influenza nei balcani. Ancora una volta, la diplomazia italiana, da due anni a questa parte, malgrado i suoi giuochi di equilibrio nella politica internazionale (e forse appunto per questi), non è riuscita a tarsi valere in nessun modo, come era nei nostri interessi. « I Gabinetti di Pietroburgo e di Vienua hanno compiuto tutto