— 541 — che punto e in qual maniera precisa l’Austria si sia impegnata con noi. L’on. Tittoni non ha risposto in questo alle categoriche interrogazioni che gli mosse 1’ on. Guicciardini. Ed era invece una questione che bisognava specialmentó chiarire. » Queste parole hanno una graudissimu importanza per 1’ argomento nostro, poiché ci richiamano alla necessità di definire i confini dell'Albania; ciò che faremo tanto più volentieri, in quanto che ci presta l’occasione di accennare, senza pretesa già s’intende, ad uno dei punti più delicati della questione balkanica, risoluto il quale, riuscirà di sicuro assai meno difficile la soluzione di tutti gli altri, che in fondo in fondo vi si riconnettono, sia dal punto di vista nazionale albanese, sia da quello internazionale. Per tale sommaria trattazione, terremo principalmente grandissimo conto „di quel che ne hanno detto e scritto i più illustri personaggi e scrittori albanesi, specialmente della Madre-Patria, e ci affideremo alla scorta di documenti irrefragabili e autentici, nel vero senso della parola, da non confondersi con tutti quegli altri che, da qualche tempo, non senza reconditi fini, e principalmente per accrescere confusione e per suscitare diffidenze e discordie, nell'esclusivo interesse austro-russo-turco, pullulano innumeri da fonti che non vogliamo qualificare, quali sono, per esempio, i pseudo-comitati e le pseudo-leghe di sedicenti patrioti, cui forse torna più comodo che la questione balkanica e albanese non si risolva... almeno per ora; e tutte quelle agenzie provocatrici disseminate qua e là, le quali, fra l’altro, hanno dimostrato d’aver la missione di screditare i nostri maggiori uomini, d’ insinuare sospetti e di lanciare calunnie spudorate e invereconde contro di essi, di seminare zizzanie, non senza soddisfazione di tutti quei deplorevoli sentimenti egoistici che allignano e si sviluppano rigogliosi nelle anime basse e impotenti. Uno dei patrioti più grandi — che, per ragioni facili a comprendersi, non è possibile nominare a questo punto, ma al quale non ho mai, da parte mia , mancato di tributar sempre ed ovunque tutta l’ammirazione e tutta l’affettuosa stima che egli merita, e cui spero di poter essere in grado anche d’ offrire novelle prove di sincera, costante e inalterabile amicizia — dopo d’ aver bollato con parole infuocate quei tali mestatori che tanta vergogna arrecano al buon nome albanese, il giorno 27 marzo di quest’anno mi scriveva fra l’altro: « Gli Albanesi hanno diritto di protestare contro tutti quelli che misconoscono ed oltrepassano i confini dell’ Albania; ciò che veramente si fa nei mlayets di Monastir e di Kossovo ; quindi , non dandosi retta alla loro protesta, hanno diritto e dovere di procedere alla difesa di essi. La difesa dei confini di nostra patria è motivo ragionevole, doveroso e facile a comprendersi da tutti; non può offendere il Sultano; non può offendere le potenze; deve muovere gli Albanesi indistintamente. »