— 572 — carattere, le tradizioni; la fisonomia nazionale, e come ne dà meravigliosa prova il fatto, fin dal 13 giugno 1878 messo opportunamente in rilievo con le precedenti osservazioni nel Memorandum a lord Beaconsfield, che 1’Albanese, cioè, sia combattendo sui proprii monti a difesa dei patrii focolari, sia guerreggiando commisto agli eserciti di altre nazioni, si è sempre separato, così sotto le tende, come nel momento deH’azione, da ogni altra truppa militante sotto la Mezzaluna. La meta nobilissima verso la quale gli albanesi tendono ed i mezzi che, in relazione al tempo, parvero più opportuni a raggiungerla, insieme alle difficoltà da vincere ed ai pericoli da scongiurare, furono anche indicati nel documento medesimo della Lega oramai celebre, che, rappresentando tutta la Nazione nel fior fiore dei suoi figli più illustri e più valorosi e nella persona dei suoi veri capi, aveva bene tutta l’autorità e tutto il diritto di parlare in nome dell’Albania cristiana e musulmana, ortodossa e cattolica. « L’Albania come stato autonomo, ivi si legge, oltre ad essere il baluardo opposto allo slavismo, sarebbe un elemento di equilibrio politico e commerciale, poiché impedirebbe la supremazia esclusiva di qualunque altra nazionalità e manterrebbe a tutti aperta la via dell'oriente, mentre nel tempo stesso non potrebbe destare alcuna suscettibilità, avuto riguardo alle sue forze sufficienti alla propria difesa, ma non tali da poter minacciare l’indipendenza dei popoli vicini... Il ricostituire l’Albania in Stato autonomo o indipendente non importa alcuna novità sostanziale, poiché essa, di fronte al Governo Ottomano, ha conservata sempre, sotto continue minacce, la propria indipendenza, al pari della Serbia, della Romania e del Montenegro. La sola differenza che l’ha distinta da questi Stati si è che, mentre in essi il governo era rappresentato da un Ospodaro o da un Principe tributario, in Albania invece ogni tribù ha il suo capo indipendente, senza altro obbligo verso la Porta che di apprestare un contingente di truppe che accorrono volontarie in in caso di g’uerra. La Diplomazia quindi, senza nulla cambiare nella sostanza, non dovrebbe che confermare e riconoscere lo statu quo, con la sola differenza di mutare lft forma dell’ organismo politico ed amministrativo, concentrando in una sola mano il potere supremo che ora è esercitato dai capi delle tribù indi-pendenti. Quindi, ove pur si volesse rispettare in rapporto all’Albania il principio d’integrità dell’impero Ottomano, questo principio non sarebbe violato col riconoscimento dell’autonomia albanese. Pertanto l’opera delle Potenze, è bene il ripeterlo, non si ridurrebbe ad altro che a congiungere in uno tanti piccoli Governi per se stessi autonomi, i quali, se han formato talora la forza dell’Albania, spesso sono stati causa della sua debolezza ed han provocato