— 496 — desima, e sopra tutto perchè anche il Journal des Debuta non esitava di vedere nello scambio delle visite anglo-italiane un lieto avvenimento, cui la Francia con lieto animo associavasi, poiché il raggruppamento delle tre grandi potenze occidentali, facilitato dalle liberali tradizioni dei tre paesi e non turbato da alcuno interesse divergente, pur non potendo considerarsi come un’ alleanza formale, ben poteva far valere la sua influenza combinata in certi casi e per certe cause. A tutto questo si aggiungono le dichiarazioni fatte dal nuovo ministro italiano degli esteri, on. Tittoni, nell’intervista avuta in quei giorni con un redattore del Figaro e nel colloquio con un altro redattore dell ’Agenzia Renter, le quali parve che contenessero l’accenno lontano del preludio d’una formale triplice anglo-italo-francese. Egli infatti si espresse in questo modo: « L’Italia resta fermamente e sinceramente fedele alla triplice, perchè questa alleanza è elemento di pace e perchè la politica che tende a scongiurare la calamità della guerra è pienamente conforme alle idee, di progresso e di giustizia a cui l’Italia deve il suo rinascimento politico. Questo atteggiamento è tanto più facile, in quanto che la Triplice Alleanza non è stata un ostacolo al riavvicinamento franco-italiano, che è divenuto un elemento essenziale della politica internazionale e deve essere sviluppato e consolidato. D’altronde non debbono essere perdute di vista le considerazioni economiche , che sono oggidì tanto importanti nella bilancia dei rapporti tra le Nazioni e che sono strettamente legate ai trattati di commercio... L’Italia fu sempre amica dell’Iug’hilterra, e lo scambio delle visite dei due Sovrani consacra i legami di amicizia, che durano da tempo e che nulla può affievolire. Il ristabilimento dei buoni rapporti coll’Inghilterra ha consolidata la situazione dell’Italia nel Mediterrario e nell’Adriatico... Rispetto alla questione macedone, il concorso dell’Italia è assicurato alle Potenze che vogliono migliorare le sorti dei cittadini ed affrettare la realizzazione delle riforme prescritte dal Trattato di Berlino. L’Italia procederà col tatto e coll’energia richiesta dal delicato e importante problema, sopratutto senza dimenticare che essa ha in Oriente tradizioni, interessi e diritti da salvaguardare. L’Italia vuole che le questioni siano risolute equamente , pacificamente, ma senza che le sue speranze siano vulnerate, come ha otteuuto che i suoi interessi e i suoi diritti siano riconosciuti e rispettati nel Mediterraneo... Il ristabilimento delle cordiali relazioni tra la Francia e l’Italia è una conseguenza dell’ azione di uomini di ardimento ed i sentimenti patriottici dei quali furono coronati da successo. Noi faremo del nostro meglio per sviluppare e consolidare questo risultato. Quanto all’Inghilterra, io non posso dire di più di quanto in questi g’iorni venne ripetuto dalla stampa del mio paese e anche riprodotto da tutta la stampa inglese. Le calde, le vive e unanimi espressioni di simpatia e di