— 579 — cortese ospitalità, ma anche favorendone lo sviluppo intellettuale, col permetter loro la fondazione, a Bukarest. ed a Costanza , di Società politiche e letterarie, di circoli e di tipografie, che tanto hanno contribuito, per mezzo di libri e di riviste, alla formazione di una coscienza nazionale che è già matura;—considerando altresì che anche alla Grecia , il terzo della cui popolazione é costituito da albanesi, non dovrebbe riuscire del tutto impossibile il rinnovare le antiche simpatie fraterne col nostro popolo, quando sul serio si pensasse in Atene a seguire una condotta diametralmente opposta a quella tenuta fino ad oggi;—prendendo atto che il Montenegro, investito com’è da ogni parte dall’ Austria , da qualche tempo , per l’alto senno politico del suo Augusto Principe, è venuto accorgendosi della grande utilità che gli potrebbe derivare da un accordo sincero con i suoi valorosi vicini;—tenuto conto che in Serbia più volte si son fatti dei tentativi ispirati a tal fine, sebbene 1’ Austria siasi tosto intromessa per farli andare a male; e che non sarebbe, in ultimo, per nulla difficile un’analoga buona intesa con la Bulgaria, più di altri minacciata forse dal pericolo austriaco e specialmente da quello russo; e nella cui capitale, da parecchi anni, la cultura albanese ha potuto costituire un centro importantissimo politico-letterario, senza trovare mai il ben che minimo ostacolo nè da parte del governo, nè da parte del popolo; ed anche perchè ivi dalle sfere dirigenti si riconosce il buon diritto degli Albanesi su tutto il territorio che si estende dall’Adriatico e dal Jonio sino al Yardar, giusta i confini di cui sopra si è detto;— salvo, s’intende, a regolare in seguito e nel miglior modo tutte le questioni ancora pendenti con la Grecia, con la Serbia e col Montenegro; noi venivamo nella conclusione che, se mai i nostri desiderii dovessero avverarsi e se mai l’Albania dovesse riacquistare la sua piena libertà e indipendenza, solo allora potrebbe per avventura realizzarsi il bel sogno che in Italia fu di Mazzini, di Garibaldi e di Vittorio Emanuele II; nel senso che solo allora si potrebbero forse gittare le basi di una poderosa Federazione Orientale contro la Russia e contro l’Austria, assicurando davvero al-1’ Europa 1’ impero della pace desiderata. Noi siamo convinti per altro che le gelosie e gli antagonismi delle grandi e delle piccole potenze, la presunzione d’atteggiarsi ad eredi della Turchia, non dissimulata nemmeno da alcune di esse, le reciproche concorrenze, l’urto degl’ interessi, le diuturne lotte, cose tutte che, purtroppo, rendono ancora possibile 1’ esistenza dell’ Impero ottomano in Europa, abbiano grandemente giovato a distrigare la questione balkanica, a renderne più facile, più naturale e più semplice la soluzione ; poiché , mettendo un argine insormontabile alle sfrenate concupiscenze delle une, rintuzzando le rapaci voglie e i brutali appetiti delle altre, costringendo tutte a vigilare, e dando tempo al tempo , senza pur volerlo, anzi volendo forse precisamente il contrario, hanno offerto agli Albanesi, come ben prevedeva Gustavo Meyer, l’opportunità