— 575 — gue generoso di tanti eroi. Non è però men vero il fatto che, accanto al pericolo panslavo, che di giorno in giorno sempre più si dilegua, anche per lo sviluppo progressivo del sentimento nazionale delle singole popolazioni balkaniche. è venuto crescendo e ingigantendosi quello pangermanico, alla cui avanguardia sta l’Austria con le sne particolari tendenze, oramai non più dissimulate, non solo di fare dell’Adriatico un lago austriaco, estendendo il suo dominio da Trieste a tutta la costa albanese, ma d’invadere anche tutta la Penisola dell’ Emos e di sostituirsi alla Turchia in Europa, con la conseguente distruzione dell’Albania, con danno gravissimo e irreparabile di tutti gli Stati balkanici, comprese la Rumania e la Grecia, e sovratutto dell’ Italia. Alla Gran Brettagna quindi, che, indipendentemente dalle questioni di giustizia, aveva ed ha vivo interesse di opporre all’inon dazione slava o tedesca, che si avanza verso l’Adriatico e verso tutto 1’ oriente, un argine saldo, formato dalle nazioni tutte sulle quali pesa da vicino 1’ inesorabile minaccia , è venuta associai;-dosi anche l’Italia, per la difesa dell esistenza propria contro le insidie, le ipocrisie, le slealtà e gl’ intrighi della sua naturale nemica; contro gl’ interessi di razza e gli appetiti di casta, acuitisi ancor più di questi giorni in quella minoranza predominante sulla Monarchia degli Absburgo che , secondo il pensiero del Sighele, per isbarazzarsi di troppi pericoli interni, che minano una compagine tenuta su dalla forza e dalla paura , anziché dal libero consentimento dei popoli , oramai vuole la guerra , come unico mezzo per ritrovare nei campi di battaglia il prestigio che non seppe acquistare nei periodi di pace ; per salvare l’impero dalle tante forze centrifug'he che in esso si manifestano e lo dilaniano; per potere instaurare un rigido centralismo tedesco, che ora esiste di nome e non di fatto. Perciò l’Italia, che vede il pericolo, nel-1’ atto di reclamare dal suo governo una preparazione adeguata ad ogni eventualità di lotta per legittima difesa, contro un’aggressione diretta o indiretta, che può essere determinata dall’egoismo solitario d’ un interesse dinastico e insieme da uno scopo di brigantaggio politico, sente oramai il bisogno di non potersi più limitare in Albania ad essere la propugnatrice del principio di nazionalità col solo esempio e con la temperanza dei modi, e di non esercitare ivi la sua influenza civilizzatrice e nazionale per soli consigli e per soli suggerimenti; pur non permettendo, come sempre, che siano fraintese e malignate le sue generose intenzioni. Così og-ni atto, ogni conato ed ogni tentativo che , con rettitudine d’intenzioni e con purezza di cuore, si facciano per contribuire allo scopo di redimere il popolo albanese dall’ esosa tirannide, che oramai da lunghi secoli lo opprime, e di metterlo in guardia da ogni straniera insidia, trovano eco benevola e generoso incoraggiamento nella stampa della penisola, nel cuore di