— 461 — lungo tempo. Il nostro guadag-no sarebbe completo, se i bulgari del Principato venissero presi dalla stessa pazzia e dichiarassero la guerra. Così la mala pianta verrebbe strappata dalle radici... La nostra guerra non sarebbe che una marcia trionfale fino a Sofia. » In quei giorni Vico Mantegazza così scriveva : « Nel febbraio scorso, come ora, la guerra fra la Bulgaria e la Turchia si considerava come inevitabile e parea dovesse scoppiare da un momento all’altro. Nè il governo, nè la stampa ufficiosa si davano la menoma cura di dissimulare le intenzioni bellicose del giovine principato... La Russia, in varie circostanze, in modo palese, anzi con una certa ostentazione, aveva incoraggiato questo movimento ed evidentemente il ministero Daneff, un ministero composto di russofili ad oltranza, aveva sempre agito d’accordo col rappresentante di S. M. lo Zar a Sofia. È noto come, da un momento all’altro, dopo il viaggio del cancelliere russo a Vienna, il contegno della Russia mutò completamente e come essa abbia intimato, in una forma recisa e quasi brutale, alla Bulgaria, di reprimere energicamente quel movimento rivoluzionario , che negl’ incoraggiamenti della grande potenza slava aveva attinta la sua maggiore forza e la sua grande popolarità. Il gabinetto Daneff obbedì ciecamente agii ordini di Pietroburgo ; ma, come è naturale, vide subito sfumare la sua popolarità, e la sua posizione divenne ben presto insostenibile. Dal momento che si trattava di seguire una politica di raccoglimento, la quale mirasse ad ottenere dal buon accordo, o almeno da un’ intesa con la Turchia, un miglioramento nelle condizioni dei cristiani della Macedonia, era naturale che il governo passasse nelle mani di uomini che quella politica avevano sempre sostenuta , cioè degli antichi amici dello StambulofF. Fu così che al gabinetto Daneff successe 1’ attuale ministero presieduto da Petroff, ma del quaie l’anima e la personalità più spiccata è il Petkoff, ministro dell’ interno, che fu l’amico inseparabile dello StambulofF. Egli era anzi in carrozza, come al solito con StambulofF, quando questi fu barbaramente assassinato, per mandato dei comitati macedoni... Il Petkoff non è entusiasta della Russia e la sua nomina non è certo stata gradita ai russofili. Mi trovavo a Sofia per 1’ appunto durante quelle crisi ed ebbi più ■volte occasione di parlare col fidato amico dello StambulofF, prima che gli fosse offerto di partecipare al governo.—Non era meglio, mi disse una sera nella quale al club si commentavano alcune disposizioni emanate dal governo e l’arresto di alcuni capi rivo-luzionarii,—che il Daneff non si fosse fatte tante illusioni ? Che gli serve l’aver gridato contro di noi, 1’ aver tanto biasimato la nostra politica, quando ora gli tocca di fare nè più nè meno di quello che avremmo fatto noi, se fossimo stati al governo: quello cioè che ha sempre fatto lo StambulofF? Con questa differenza, che se avesse agito prima, 1’ agitazione sarebbe stata ora meno