— 283 — sopra un fantoccio di legno; manca in quell’ organismo l’essere vivente. L’antagonismo dei suoi futuri depredatori è la sola sua difesa. Le popolazioni slave, elleniche, albanesi, sono in continuo fermento, che non potrà dominare a lungo la selvaggia repressione ottomana. Ora due forze contrarie apparecchiano la futura condizione sociale di quei paesi. L’influenza cattolica, a servizio dell’ Austria , e 1’ ortodossa, a servizio della Russia. Si dice che P Austria, contenta dei suoi possedimenti attuali, non aspira a future conquiste. Ma allora perchè l’incessante, infatigabile propaganda ? È forse solo amore di proselitismo religioso? E noi che cosa opponiamo ? Qualche ufficio postale , una scuola a Scutari, l’invio di libri ! Evidentemente il conte Goluchowskì può dire, con sicurezza maggiore del nostro Ministro degli affari esteri , che l’Austria, e l’Italia, libere da ogni gelosia , possono egualmente compiere, ciascuna per conto proprio, il lavoro di propaganda. Non c’ illudiamo ; nelle valli fertili della Maritza e e del Vardar si decideranno un giorno, non solo le sorti della penisola balkanica, ma anche del Mare Adriatico e con essa l’esistenza politica del-1’ Italia! In quel giorno il nostro obbiettivo non può essere che uno solo, e a questo obbiettivo dobbiamo volgare tutta V azione della nostra diplomazia: la costituzione in forti Stati autonomi delle popolazioni dei Balkani. A sperare certo c’induce l’indomito spirito d’indipendenza degli albanesi, che vive e si alimenta nelle tradizioni gloriose del passato. Ma l’Austria e la Russia hanno questo stesso nostro interesse ? E chi più ci affida ? Questi sono i dubbii e i timori che si affacciano alla nostra mente, alla vigilia del rinnovamento dei trattati politici... » Eppure lo Czas di Cracovia , organo ufficiale del Club parlamentare polacco, in un articolo di fondo sulla questione albanese, ai primi di aprile, dopo d’aver detto che era manifesto come l’Italia fosse animata da grande appetito riguardo l’Albania, incoraggiata dalla Francia, si permise di scrivere : « Nella politica balkanica dell’Italia è avvenuto, sotto l’influenza montenegrina , un completo cambiamento. Ciò che disse in proposito a Venezia il cancelliere tedesco s’ignora. Certamente però la questione albanese è per 1’ Austria-Ungheria una questione di primo ordine. Basta dare uno sguardo alla carta geografica, per intendere subito come sia assolutamente impossibile che il possessore della Dalmazia, della Bosnia e dell’ Erzegovina permetta , sotto qualsiasi forma, un' occupazione deirAlbania da parte di qualsiasi potenza europea; tanto meno poi da parte di quella potenza che si trova in relazioni di parentela col principe Nicola del Montenegro. Nel caso che si rendesse necessario per l’Austria-Ungheria, di fronte alle complicazioni di Macedonia e dell’ Albania e nell’ interesse delle provincie occupate, di oltrepassare il confine e di occupare uno dei vilayets turchi, tosto diverrebbe di attualità la questione italo-albanese. Per tale azione però 1’ Austria-Ungheria abbisogna di