— 416 — circa la esazione delle tasse; bilancio di ciascuna provincia; divieto d’incamerare i proventi principali da parte del governo centrale; ordinamento della gendarmeria , della giustizia e delle finanze sotto un’ispezione europea. Il Servet, commentando la nota degli Ambasciatori , scriveva che la magnanimità di Abdul-Hamid estendeasi anche sopra i sudditi ribelli, che pur ne erano immeritevoli per le violenze e per le offese recate all’autorità sovrana, e ciò perchè voleva che la pace tornasse nel seno delle turbate proviucie; anzi vi fu chi disse che, a fine di dar prova della sua buona volontà come riformatore, egli era disposto ad ordinarne l’applicazione anche nei mlayets di Scutari, di Janina e di Adrianopoli. La stampa serba mostravasi del tutto scettica ed esprimea lo avviso che le riforme, così come erano state formulate, non avrebbero apportato alcun utile effetto; sebbene non vi fosse altro da fare che inchinarsi di fronte alla volontà dell’Europa. I giornali bulgari limitavansi a dichiararsi incerti sulla loro efficacia ; ma quelli bulgaro-macedoni non nascondevano il più grave malcontento e la più grande disillusione , che lasciavano intravedere i dolorosi fatti che, poco dopo, ebbero a lamentarsi; non ostante che qualcuno fosse così ostinato nelle previsioni ottimistiche, da creder lecita la speranza di una definitiva pacificazione degli animi, specialmente perchè il governo bulgaro, per dirla con la Tribuna, adoperavasi a frenare le impazienze de’suoi governati, nel cui animo sempre parlava il sogno di una Grande Bulgaria, e cercava, per quanto gli riusciva possibile, d'impedire che dal Principato partissero eccitamenti morali e aiuti materiali ai Bulgari di Macedonia, coerentemente al discorso fatto da Da-neff alla Sobranje, in risposta all’interpellanza rivoltagli da Ta-keff circa lo scioglimento dei Comitati. Egli, invero, avea detto: « Ho preso un tale provvedimento per garantire i più vitali interessi dello stato e per provare che il Principato non è il focolare dei disordini della Macedonia. La Bulgaria è un piccolo Stato e la soluzione della questione macedone non dipende da essa; ma essa deve condursi in modo da ottenere diritti e da poter chiedere alle potenze il miglioramento della situazione nell’impero vicino. Lo scopo della Bulgaria deve essere che le stesse potenze si assumano il compito di risolvere la questione macedone. Non abbiamo la mira di fare conquiste in Macedonia, e saremmo lieti che vi si ristabilisse l’ordine e che il diritto delle genti vi fosse garantito per i nostri connazionali. Nel momento in cui le potenze lavorano perchè siano introdotte riforme in Macedonia, la più elementare politica ci obbliga a rimanere calmi. Colla nostra condotta leale dobbiamo fare impressione sui macedoni , onde non si lascino trascinare dall’ idea che la Bulgaria potrebbe partecipare alle loro mene. Con questo proposito noi far remo il nostro dovere sino alla fine. Tutti coloro che possono