— 417 — avere influenza sui macedoni, li persuadano che essi debbono restar calmi nelle presenti circostanze : colla loro attitudine tranquilla i macedoni daranno alle potenze ed alla Turchia la possibilità d’attuare le riforme progettate. Gl’interessi supremi della gente bulgara esigono che una pace assoluta regni nei Balkani.» Tale condotta , da una parte, veniva altamente lodata dalla stampa europea, che pur sempre mantenevasi alquanto sospettosa e diffidente, e dall’altra eccitava l’indignazione dei partiti d'opposizione, che persistendo nella loro campagna anti-rnssa, attribuita a Sofia ad intrighi austriaci, esprimevano su varii giornali e sulla Vecerm Posta tutto il loro malumore e tutto il loro disgusto contro la Russia, paragonandola al padrone che scaccia i proprii operai e resta solo; al marito che abbandona la sua donna e perde ogni diritto su di lei; al proprietario pazzo che mette il fuoco ai proprii palazzi e li lascia preda alle fiamme ; e nello stesso tempo promuovevano contro il governo un grande comizio a Sofia, in cui veniva approvato il seguente ordine del giorno : « Il Comizio, considerate le misure adottate dalla polizia contro i membri del Comitato bulgaro di Adrianopoli e del Comitato Macedone, e che non hanno altro fondamento di fatto se non l’organizzazione seguita in quei paesi mediante l’intervento di questi Comitati 5 considerate le decisioni prese dal ministro presidente dottor Daneff contro le altre società, decise : 1. di protestare contro le misure del Governo, il quale inacerbisce nelle persecuzioni di Società resesi benemerite della patria, per mezzo di dieci anni di specchiata attività, la cui opera utile era riconosciuta sinora ed encomiata dallo stesso g'overno; —2. di protestare contro il malo animo del governo che, coll’avversare l’opera dei comitati, si fa complice delle barbarie commesse in danno dei bulgari della Macedonia; — 3. d’interessare la rappresentanza nazionale a raccogliere le sdegnose voci dei bulgari offesi nei loro più cari sentimenti e di ripetere al governo il libero diritto di associazione, garantito ai cittadini dai principii costituzionali; — 4. di chiedere la pronta liberazione degli arrestati e di tutte le persone esiliate in seguito alle faccende macedoni;—5. Invia intanto a costoro il suo riverente saluto e il plauso per l’opera generosa a prò della causa macedone. » Altri comizii, ispirati ai sentimenti medesimi, furono tenuti a Burgas, a Kustendil, a Dobric e in altre città, contribuendo fortemente a eccitare gli animi contro il governo e ad accenderli sempre più in favore dei rivoltosi, che tosto, dagli ultimi giorni di febbraio, si misero all’opera, organizzati a bande. Una di queste, composta di trenta persone, sotto gli ordini del pope Kristo, combattè per la prima accanitamente contro un reparto di trecento venti soldati turchi nei pressi di Koisko, a due ore di marcia da Ochrida; un’altro inflisse gravi perdite al nemico nelle vicinanze di Castoria; un’altra sostenne un fiero combattimento, per ben sette 53