— 553 — sue truppe in Macedonia, perchè i duecentomila uomini colà ammassati possono far fronte ad ogni eventualità contro 1’ Austria, el al caso, anche alla Bulgaria, che potrebbe essere presa dalla sensazione di profittare d’un'avanzata austriaca, per regolare di un sol colpo tutte le divergenze che la convenzione turco-bulgara non ha potuto appianare. Venerdì scorso (27 maggio), nell'udienza accordata dopo il Selamlik , il Sultano si sarebbe lagnato , con l’ambasciatore russo Zinowieff, tanto di Goluchowski, quanto di Tittoni. Ad ogni modo, alla minaccia austriaea, la Turchia preferirebbe la soluzione voluta dall’Italia, poiché l'autonomia della Macedonia (?) conserverebbe al Sultano almeno l’alta sovranità, sia pur di nome. Se in Italia si saprà afferrare la buona occasione attuale, ne potrebbero derivare per lei vantaggi politici e commerciali da far invidia alla stessa Germania. » Quest’ultima notizia commosse tanto l'Ellenismo#, che il prof. Kasasis, a nome di quella Società, si credette in dovere di far pubblicare, il giorno 31 maggio, un Manifesto diretto al Re, alla Nazione e al Governo greco, per far notare che l’Ellenismo era minacciato dai più gravi pericoli, in presenza dei quali i patrioti non avrebbero potuto restare indifferenti; per incitare il governo ad organizzare, a costo di qualunque sacrificio, tutte le forze militari della nazione ; per fare appello alla concordia di tutti, imponendosi più che mai, e sovra ogni altra cosa, la difesa de-g-l'interessi vitali della Grecia. « Gl’imbarazzi interni non potrebbero essere paragonati ai grandi pericoli nazionali che ci minacciano all’ estero ; la Grecia non potrebbe vivere senza la Macedonia e senza un avvenire nazionale che da tutti i lati richiede un’azione risoluta... Vogliamo un esercito ed uno Stato che possa organizzare e mantenere una forza militare proporzionata ai vitali interessi della nazione. » Il pericolo austriaco però fu avvertito più che mai, e a tempo, anche dagli Stati slavi balkanici, che perciò sentirono il bisogno di riavvicinarsi e d’intendersi davanti al comune nemico; il che riesce provato, non solo dalla missione affidata dal Re di Serbia al suo Capo del Gabinetto privato per S. A. il Principe Nicola, ma in ispecial modo dall'incontro avvenuto a Nish, il giorno 14 maggio, fra S. A. R. il Principe Ferdinando e Pietro 1°, incontro che non passò per nulla inosservato a Vienna e che non fu ritenuto ivi, secondo affermò la Deutsche Zeitung, come privo di qualunque importanza, ovvero solo quale inizio e non già quale suggello di una politica di riavvicinamento ; quale effetto dei molteplici sforzi per il miglioramento dei reciproci rapporti, e non quale sintomo d’un accordo fra i due Stati, come si faceva telegrafare da Belgrado la Politische Corresponienz ; quantunque lo Zeit, avendo la Vecerna Posta scritto che i due Sovrani firmarono a Nish una convenzione commerciale e doganale ed un altra di indole militare, che avrebbe esercitata un’infiuenta nella 70