— 137 — sua superficie politica ed etnografica, per la grande e diuturna invasione slava e bulgara, per cui il compendiatore di Strabone, vissuto, secondo il Dodwei, in sul principio del secolo XI, o sulla fine del X, non dubitò di asserire che l’Epiro, la Grecia intera, compreso il Peloponneso, e tutta la Macedonia, eran tenute a pascolo dagli Sciti slavi. Avrebbe potuto inoltre ricordare che solo dal 640 i Serbi e i Croati si stabilirono in Dalmazia, nella Croazia, nella Slavonia e in Bosnia , penetrando poscia nell’ Istria e quindi, dalla Mesia e dalla Pannonia , anche nella Macedonia e nell’ Illiride e nella Tracia. Che i Bulgari, già padroni della Dacia nel secolo IX, si estesero poscia a mezzogiorno e a ponente; invasero alla loro volta la Tracia, la Macedonia e tutto il Nuovo Epiro; fecero sede del loro regno l’antica Lichnido, patria di Giustiniano, da loro detta Ochrida, e conquistarono la Serbia e l’Epiro propriamente detto, congiungendo sotto il loro dominio tutta la Albania; donde poi furono cacciati dallTmperatore Basilio il Bul-garoctono, senza lasciare di sè alcuna traccia; non avendo potuto ivi acquistare naturalità, nè soverchiare e molto meno assorbire gli abitatori indigeni. Avrebbe potuto inoltre invocare la costante tradizione e queste parole dirette da Skanderbeg- al Principe di Taranto che il Rodotà riporta dal Barlezio : « I nostri maggiori furono Epiroti, da’quali uscì quel Pirro, l’empito del quale appena poterono sopportare i Romani ; quel che Taranto e molti altri luoghi d’ Italia occupò coll’ arme... Che se poi ricordi che 1’ Albania è una parte della Macedonia, concedi che assai più nobili sono stati gli avi degli Albanesi, i quali, sotto Alessandro il Magno, sino alle Indie penetrarono; i quali prostrarono tutte quelle genti con incredibili difficoltà che se li opposero. Da quelli hanno origine questi miei Albanesi, e non è già mutata la loro natura. » Queste e infinite altre prove avrebbe potuto opporre il De Rada contro il preteso slavismo degli antichi Macedoni ; non negando per fino che la Macedonia attuale, come dice il Canini , « è il paese d’Europa abitato dal maggior numere di razze distinte, come la Transilvania , dove però gli elementi etnici sono meno numerosi. » Eppure il De Rada , che a buon dritto era fieramente insorto contro coloro che dicevano slavi gli abitanti della cosi detta Vecchia Serbia, si adoperò a favorire la divulgazione dell’ opuscolo del Canini sulla Questione balhanica, che, a dir vero, è un prezioso e valido documento a sostegno dei diritti degli Albanesi, scritto con sincerità rara e con profonda cognizione di causa, per quanto non sia scevro di qualche grave errore storico. Ma senza alcun dubbio il silenzio del grande poeta nostro deve attribuirsi al fatto che, sino a quel tempo, verun urto era avvenuto fra Albanesi e Bulgari; sebbene la Macedonia, che egli per altro con dottrina non comune rivendicò alla Patria contro i Greci 18