— 374 — mare. La conseguenza di questo si è che, mentre originariamente il movimento albanese era semplicemente autonomista e non aveva in fondo un preciso carattere di ostilità politica alla Turchia; adesso, per il naturale inasprimento degli animi, va cambiando fisonomía e finalità, e deve logicamente preoccupare assai più il Sultano ed i suoi consiglieri. I capi Albanesi di Albania hanno inviato agli Ambasciatori in Costantinopoli delle sei Potenze firmatarie del Trattato di Berlino un memoriale in cui riassnmono le aspirazioni dell’Albania e il programma dell’agitazione attuale. L’opinione pubblica, essi dicono, preferisce che l’Albania rimanga sotto la sovranità della Turchia, piuttosto che esser preda e venir divisa fra gli Stati circonvicini; ma se il Sultano continua nel suo sistema tirannico e permette agli Slavi di passare il confine albanese, allora gli Albanesi tutti, senza distinzione di religione, saranno obbligati a prendere le armi per difendere la patria. Il memorando prosegue precisando le domande degli Albanesi: una amministrazione autonoma del paese, retta da funzionari Albanesi, che conoscono le abitudini e i costumi dei loro compatrioti; una giusta perequazione d’imposte e la fondazione di scuole albanesi, così da dare all’Albania una parvenza di vita sociale. Ma il Sultano non riconosce alcuna di queste domande ; anzi in risposta manda le sue truppe a massacrare il popolo di Albania. Di fronte a questa ingiustizia e a questa tirannia, dicono i Capi Albanesi, noi crediamo di non poterne uscire che con una sanguinosa rivoluzione, e il movimento nazionale che si prepara potrebbe compromettere la pace nei Balkani e in tutta 1’ Europa. Per questo dicevamo che il movimento albanese non è più autonomista ; le finalità che esso si prefigge, o che almeno da esso potrebbero aver vita, sono troppo importanti perchè tutta la diplomazia europea non debba occuparsene e preoccuparsene. Ognuno sa, per non dire altro, quante conseguenze sieno nate dai moti rivoluzionari di Bosnia e di Erzegovina. » L’Austria avea del buono in mano e perciò aveva di già allestita la sua squadra nell’Adriatico, per tenerla in crociera sulle coste albanesi ; ed aumentava le sue truppe nel sangiaccato di Novi Bazar, accreditando così le voci che assicuravano la sua prossima marcia fino a Mitrovizza e causando un grande fermento fra le popolazioni; per cui le bande, già disposte a combattere contro i Turchi, con grande consolazione della Porta, dichiararono di esser pronte a difendere il territorio contro le pretese dell’Austria. I giornali ungheresi confermavano gli aumenti di guarnigione, quantunque qualche corrispondente di giornali italiani dall’Albania tentasse di smentirli; quando per fino nei circoli militari di Zara correva insistente la voce che grandi masse di truppe sarebbero state concentrate tosto nella Dalmazia meridionale; che nel distretto di Cattaro, e all’estremo confine della Bosnia, si raccoglievano molti reggimenti alla chetichella e che tutto era pronto per un’azione.