— 306 - penisola balkanica. Il popolo serbo dovrà sostenerne per primo il formidabile urto e forse potrà soccombere, se la potenza della razza germanica non verrà paralizzata in tempo dall’ alleanza slavolatina. Slavi e latini trovansi di fronte allo stesso pericolo; i loro interessi non si urtano, quindi la loro lega sarebbe logica e naturale e potrebbe avverarsi. » I giornali di Sofia, alla loro volta, aug'uravansi che i rapporti e gl’interessi fra l’Italia e la Bulgaria si stringessero sempre più, perchè i Bulgari, che consideravano sempre l’Italia come sincera amica, speravano di ritrarre un giorno da essa un prezioso ap • poggio per le loro legittime aspirazioni. « Giova ricordare, scriveva l’ufficiosa Bulgarija, che il periodo di freddezza fra l’Italia e la Russia ebbe origine principalmente dall’atteggiamento dell’Italia verso i Bulgari, quando questi resistevano alla protezione russa, e che le relazioni italo-russe tornano eccellenti proprio ora che la Bulgaria è più che mai stretta alla Russia. » II Mir inoltre ricordava che i popoli balkanici non dimenticavano come fra la storia loro e quella delUtalia vi fossero molti punti di contatto, specie nelle lotte per il risorgimento. La stampa russa intanto batteva sui pericoli derivanti nei Balkani dagl’intrighi cattolici europei, sull’opera deleteria dei preti austriaci a Skutari e ad Uskyp ed in altre parti deH’Albania, a danno del sentimento nazionale degli aborigeni, e lo Smiet scriveva : « Il convegmo recente ha tale forza morale, che qualsiasi convenzione politica impallidisce al confronto. L’ amicizia italo-russa ha grande valore , specie per i popoli balkanici oppressi, che segnano a caratteri d’oro la data del 13 luglio , quale una nuova tappa verso il raggiungimento delle loro aspirazioni » A Vienna si osservava in proposito che la Triplice rinnovata sarebbe un trattato senza valore , se i patti giurati non fossero rispettati. « Cercherà la politica italiana nei Balkani, si chiedea il Beutscher I otkblatt, l’appog-g’io russo, per minare la legittima influenza austriaca in Albania ? » E non trovava altra risposta che questa : « Vi sarebbe da crederlo, perchè la Triplice è un ostacolo assai debole. » Ma l’invio a Durazzo della squadra italiana, composta dalle navi Dandolo, Morosini, Andrea Doria e Partenope, le accoglienze cordiali, per parte delle autorità turche, ivi ricevute dagli equipaggi, per espresso ordine della Porta, 1’ entusiasmo spontaneo con cui furono festeggiati da tutto il popolo, lo scambio di cortesie in quel tempo avvenuto fra il Re d’Italia e il Sultano, per mezzo di speciali missioni, fecero perdere le staffe alla stampa tedesca pan-germanica. « Su chi mai, disse la Vosische Zeitnng , su chi mai pensa l’Italia di fare impressione ? Sull’Austria no certo, perchè a Vienna sanno che cosa pensare della poderosità marinaresca dell'Italia. Questa passeggiata lascerà il tempo che avrà trovato.» E su questo tono i giornali più gravi e più importanti della