— 85 — 49. - Salari e produttività di lavoro. — È verità inconfutabile, che la possibilità di aumentare i salari dipende dall’aumento della produttività del lavoro, cioè dall’applicazione di tutti quei sistemi e di tutti quei mezzi (agricoltura intensiva e razionale, industrie con macchinari moderni e ben attrezzate, divisione tecnica del lavoro, organizzazione scientifica ecc.) che permettono, in ogni attività economica, di produrre a prezzi bassi in modo da aumentare la quota-parte da dividere fra le classi sociali ed aumentare così i salari. È bene dunque notare che l’invenzione delle macchine e l’incremento della loro applicazione è stato favorevole alle classi lavoratrici, permettendo un aumento dei salari, mentre è stata chimerica l’ipotesi che avrebbero diminuita la domanda di lavoro provocando un abbassamento dei salari. L’invenzione delle macchine, apportando radicali cambiamenti alla produzione anziché provocare una diminuzione di domanda di mano-d’opera, ha provocato un rapido incremento alla produzione che ha aumentato la richiesta nel mercato del lavoro. Analogo miglioramento ha apportato in America l’organizzazione scientifica del lavoro. Nè è da ritenere fondato, come sosteneva il Mill (1), che l’aumento della popolazione esercita sempre un effetto sfavorevole sui salari. Se l’incremento della popolazione è seguito da un proporzionale incremento di capitali ed investimento dei medesimi al fine di aumentare la produzione, non è il caso di pensare (1) Stuard Mill (1773-1836), economista inglese.