— 472 — sempre in Bulgaria un partito russofilo, che vorrebbe vedere il Principato quasi alla dipendenza dell’impero dèlio Zar; ma la sua influenza è oggi assai diminuita, appunto per la condotta seguita ora dalla Russia. Alla Russia infatti si attribuisce gran parte del male che affliggo la Macedonia... La visita della flotta russa a Iniada, invece d’incoraggiare i bulgari nella speranza che si trattasse del preludio d’un intervento a loro favore, destò i più gravi sospetti che dovesse mascherare qualche colpo di mano sul porto bulgaro di Burgas. Qualora una divisione russa fosse ivi sbarcata, non se ne sarebbe più andata e l’indipendenza del Principato sarebbe svanita per sempre. La Russia, secondo i bulgari, è gelosa di essi; teme che un giorno, coll’aiuto dei macedoni, essi diventino uno stato veramente temibile e tale da creare un serio ostacolo alle sue mire ambiziose nella penisola balkanica e da tagliarle la via di Bisanzio. » L'effervescenza raggiunse il colmo allorché si sparse la notizia che il ministro della guerra di Costantinopoli aveva dato ordine ai comandanti dell’ esercito di approfittare delle notti lunari per traversare la frontiera bulgara e accerchiare gli insorti. Il governo diede ordini precisi ai comandanti delle guarnigioni di frontiera ad opporsi energicamente a qualsiasi tentativo di violazione del territorio; nello stesso tempo in tutte le città principali si tennero comizii invitanti il governo a marciare in soccorso dei fratelli massacrati, tanto che il governo lasciò di nuovo comprendere di non poter più la Bulgaria restare a lungo come spettatrice indifferente delle stragi, nè di poter resistere alle pressioni che riceveva da ogni parte del popolo. Un saggio dei metodi usati dalle truppe turche lo ricaviamo da una relazione pubblicata dal Times sui fatti di Krushovo, scritta da persona che si recò sul luogo, vide coi proprii occhi, interrogò testimoni presenti al terribile massacro, lasciando da parte i Bulgari, per dare maggior valore al proprio rapporto. In quel documento si afferma che gl’ insorti, quando fu -deciso I’ attacco dei turchi , avevano abbandonata la città e che il saccheggio durò due giorni. Essendo le case costruite di pietra e coi tetti ricoperti d’ardesia, non bruciavano facilmente, sicché i turchi rinunciarono all’incendio, per darsi solo al saccheggio e alla carneficina: « Molte persone che si erano rifugiate sotto i ponti che stanno sul torrente che attraversa la città, furono tutte scannate. Ovunque vedevansi dei cadaveri insepolti e membra umane rosicchiate dai cani. Le violenze commesse contro le donne e contro le fanciulle furono tali da non poter essere riferite da un giornale inglese. E dire che altre cinquanta fra città e villag’gi subirono la stessa sorte! La stampa tedesca, che chiede libera mano per la Turchia, può essere soddisfatta vedendo che la Turchia gode già della libera mano senza parsimonia. » Per dire il vero però, a Krushovo l’elemento bulgaro, che aveva