— 475 — dall’ altro, espose ripetutamente il parere che era necessario lasciar libera la Turchia a schiacciare l’insurrezione e che erano da scartarsi le proposte dell’Inghilterra, della Francia e dell’Italia, tendenti ad ammonire Abdul-Hamid severamente , affinchè ponesse un termine all’ orgia di sangue, e a render possibile un intervento per definire una buona -volta la questione; e ciò sotto lo specioso pretesto che qualunque mossa in tal senso non avrebbe fatto altro che incoraggiare gl' insorti ! Il vero è che tanto l’Austria che la Germania, per i loro fini non dissimulati abbastanza, desideravano di dare un gran colpo all’ influenza russa nei Balkani. Da canto suo l’Austria, incoraggiando il governo turco ad adoperare anche gii Albanesi nella repressione della rivolta, sapeva di far cosa gradita a questi ultimi , che fremevano nel vedere come l’azione delle bande , con puri intenti di sopraffazione, si esplicasse anche sopra una gran parte , anzi sopra la migiior parte del loro territorio nazionale; per quanto, in fondo in fondo, non fossero dolenti che l’insurrezione bulgaro-macedone fosse scoppiata appena in tempo per allontanar da loro il pericolo di essere schiacciati e ridotti alla misera condizione degli altri popoli soggetti alla mezzaluna, dalle enormi masse di bestiali soldatesche asiatiche , che prima erano state concentrate ai loro danni. Sapeva inoltre , cosa che sovra ogni altra le importava, di gittare così la discordia e di seminare odii profondi, e forse inestinguibili, fra le principali popolazioni balkaniche; anche perchè gli Albanesi fossero circondati da ogni parte di nemici irreconciliabili, e in ogni evenienza non vedessero perciò altra via di salute che quella di raccogliersi e di riparare fra le paterne braccia del cattolicissimo Imperatore ; senza dire che, diventando provvisoriamente oggetto di repugnanza a tutti i popoli civili di buona fede, così disposti a credere , a furia di sentirlo dire, che essi in Europa rappresentano, per la Turchia, ciò che per la stessa rappresentano nell’ Asia i Curdi selvaggi e sanguinarii, in un futuro più o meno prossimo, le truppe imperiali e reali avrebbero potuto compiere in Albania, senza commuovere alcuno, le imprese già perpetrate e consumate nella Bosnia e nell’ Erzegovina. La Russia ufficiale, a sua volta, guardava l’eventualitk di una guerra turco-bulgara da un doppio punto di vista: o la Bulgaria, specie non senza alcun appoggio ingiese, sarebbe riuscita vincitrice, e allora non sarebbe stato molto facile impedire,—anche tenuto conto del buon diritto degli Albanesi sui vilayets di Uskyp e di Monastir,—che una parte del territorio turco di là dal Vardar facesse la fine della Rumelia Orientale , come non volle nascondere il conte Lamsdorff al corpo diplomatico, e non gittasse così lo scompiglio nei piani e nelle mire costanti della politica di Pietroburgo; ovvero essa sarebbe rimasta soocombente , e allora la Russia, ove mai avesse ciò permesso, perderebbe l’aureola di