- 325 — vadano alla malora luoghi che, uei tempi antichi, trovavansi in uno stato di ricchezza incredibile. Un governo che impedisce ogni progresso, che si oppone e inette ostacoli ad ogni tentativo di educazione e d’industria, non fa altro che sfiduciare e rendere nemici i popoli soggetti, che finalmente perdono la speranza e la pazienza, e non hanno la forza d'immettersi nella via della civiltà. Perciò gli Albanesi vivono in uno stato nyserevole di apatia e come immersi nel sonno. Ma conviene oramai che tutti ci agitiamo e apriamo gli occhi, per domandare al Governo che cosa mai ne faccia del danaro che ricava dall’ Albania ; per imporgli che quel danaro lo spenda in Albania e per il bene di essa, come ne ha il dovere. affinchè il nostro paese rifiorisca e diventi ricco.1 Nè i mezzi, nè l’intelligenza ci mancano; solo la volontà e un grande amore bastano per rendere l’Albania quale merita che essa sia, tanto per la sua posizione geografica, quanto per la grande rinomanza che essa ha nella storia antica. Tutti quanti siamo Albanesi, grandi e piccoli, ricchi e poveri, vecchi e giovani, dobbiamo unirci per far procedere innanzi nella via della civiltà e del progresso la Patria nostra e per dimostrare all’Europa che l’Albanese si è sempre e del tutto mantenuto europeo nel sangue e che non desidera altro che di rafforzare la propria nazionalità e di civilizzarsi. Per recare a buon fine la grande impresa della rigenerazione nazionale degli Albanesi, è necessario che ognuno di noi metta da parte le ire, le inimicizie e i desideri di vendetta che potrà per avventura avere; la meta non deve essere altra che la grandezza della Patria, 1’ unione di tutte le nostre forze, per fondere insieme tutto l’elemento albanese e per rendere l'Albania una nazione a sè, diversa dalle altre dei Bal-kani. Il tempo stringe, il mondo cammina, miseri noi se non sapremo profittare della buona occasione; miseri noi se permetteremo che gli altri popoli ci avanzino nella civiltà. » Riuscite vane tutte le pratiche per ricondurre Ismail Bey a Costantinopoli , gli agenti turchi , seguendo le istruzioni ricevute dall’Yldiz-Kiosk , tentarono d’infamarne, come meglio poterono, il nome e di renderlo inviso anche in Albania; anzi alcuni Albanesi dal Governo furono costretti a scrivere contro di lui una lettera, che, il giorno 27 marzo 1901, fu pubblicata da tutti i giornali turchi, nella quale costoro, deplorando la condotta dell illustre connazionale, dichiaravano per fino di sentirsi felici sotto la paterna protezione del Sultano ! Non avendo approdato a nulla anche questi intrighi , poiché non valsero a scuotere affatto l’ascendente che egli sempre esercita sull’animo degli Albanesi, Abdul—Hamid non trovò altro modo di vendicarsi che perseguitando, imprigionando e mandando in esilio quanti , a diritto o a torto, venivano sospettati di essere stati amici del profugo, o di corrispondere con lui, che in quel tempo, e non certo per semplice diporto, recavasi in Egitto, ed