— 65 — difendersi, tanto contro i soldati del Sultano , quanto contro le milizie del Principe Nicola; e, dall'altra parte, la Turchia era nel pieno diritto di rispondere d’aver fatto già troppo a cedere il suo territorio, per essere anche obbligata a sacrificare un popolo che, alla fine dei conti, non aveva altra colpa che quella di amare teneramente la Patria. Si sarebbero quindi lasciati soli i Montenegrini alle prese con gli Albanesi, per conquistare da sè il paese che era stato loro concesso dalla diplomazia, come gli Austriaci avevano fatto nella Bosnia e nell’Erzegovina? Ma chi poteva escludere la probabilità che gli Albanesi non avrebbero, alla loro volta, conquistato il Montenegro, invece di farsi conquistare da esso ? Si potevano, è vero, aiutare di sotto mano i Montenegrini, dando loro del danaro, delle munizioni, dei cannoni, delle vettovaglie , cose tutte delle quali essi difettavano , come pure degli ufficiali e dei soldati speciali d’artiglieria e di genio, di cui parimenti erano affatto privi. Ma chi si sarebbe assunta una tale briga ? Quindi non restava che fare la guerra alla Turchia, per far sì che essa muovesse contro i ribelli ; ovvero fare la guerra direttamente a costoro. Ma chi avrebbe fatta la guerra ? Sarebbe stato per altro possibile metter su un corpo internazionale di spedizione, con lo scopo di far sapere agii Albanesi che la civile Europa, comprese le Nazioni sorte in nome del principio di nazionalità, interdivano loro il patriottismo, l’amore per il suolo nativo, il sentimento d’indipendenza, l’orrore contro ogni straniera dominazione? Eppure nei Gabinetti prevalse il falso concetto che la Porta fosse r ispiratrice e l’ausiliatrice segreta della Lega, onde per iniziativa dell’ Inghilterra, si stabilì di presentare al Sultano un ultimatum-. o eseguisse dentro tre settimane la convenzione, o cedesse invece ai Montenegrini il territorio marittimo sino alla Bo-jana, compresa la città di Dulcigno: in caso contrario, le Potenze ne la avrebbero costretta. L’Austria non voleva, in sulle prime, aderire al progetto di lord Granville, poiché la cessione di Dulcigno al Montenegro rendeva impossibile la vigilanza che 1’ art, 29 del trattato di Berlino le commetteva su Antivari , se mai dovesse estenderla su tutto il litorale, «ino alle foci della Bojana; ed osservava inoltre che Sku-tari sarebbe stata rovinata, portando il confine dal Montenegro alle sue porte e facendo della Bojana il limite dei due stati. Non avendo però potuto tirare dalla sua parte l’Italia, che pure non poco era interessata in tale vertenza, aderiva alla proposta brittannica, e, il 26 giugno, l’Inghilterra faceva la concordata intimazione alla Porta. La risposta non si fece attendere , ed in essa il Sultano consentiva la cessione del territorio che giace dietro Dulcigno, non quella però di questa città, abitata esclusivamente da albanesi; 9