— 102 — Un così strano argomento è stato sviluppato da qualche tempo in qua dal Kazasis, rettor magnifico dell’ Università di Atene e presidente dell’ Ellenismo , che è la società clerico-laica rifiorita sulle ceneri della Ethnikì Eteria e di quelle larve di pseudosodalizi or ora menzionati. Fra le tante e tante dottissime amenità che infiorano allegramente le mirabolanti conferenze, è da rilevarsi sovra tutto questa, che l’Italia nientemeno, forse per conquistarlo, cerca di albanizzare l’Epiro,. commettendo volontariamente un errore di geografia, che è in fondo un errore di storia, e che per tanto il De Gubernatis, il Corte, il console generale Millelire, i deputati ed i giornali italiani, e in una parola tutti coloro che non hanno avuto e che non hanno alcun interesse di falsare la verità, confondono coll’Albania quella ellenicissima terra , dove c’è Sull , e parlano di Janina come se parlassero di Skutari ! La quintessenza dei volontari errori profusi dall'illustre Kazasis nel suo discorso , deliziosamente contornata da una buona dose dell’ ipocrisia più ortodossa di questo mondo, vide la luce in 1111 opuscolo dovuto alla penna dell’autore àe\V Appello ai fratelli del-VAlbania, già accennato sopra, del Christovassilis, diciamo, la cui opera è stata anche tradotta in italiano. Il chiaro autore ci fa anzitutto sapere che l’Epiro è principalmente abitato da due razze, cioè dalla greca e dall’albanese. In questo, a dir vero, egli si mostra meno ingiusto di quel tale Giannotti che, nel dicembre del 1885, con la medesima condotta tenuta dal suo compare Christovassilis nel 1897, invece di accorrere volontario tra le file dell'esercito greco in Tessaglia, si dilettava di passeggiare sotto le Procuratie di S. Marco e di scrivere, dagli avamposti del Caffè Florian, qualche lettera insolente contro il Canini sul Venezia, per far sapere al mondo che la grecità dell’Epiro è una verità che non si discute, che quelle terre sono schiettamente greche , e che ivi si trovano soltanto poche centinaia di albanesi. Il Giannotti allora invocava la statistica, nè più e nè meno che 10 scrittore non mai abbastanza lodato della Forza dell'Ellenismo, 11 quale pare che si sia presa la briga di smentire costui, senza però riuscire a liberarsi, a sua volta, dalla taccia di avversario costante del vero, per non dir altro; dacché l’uno e l’altro le loro cozzantisi affermazioni pretendono di far passare quale risultato di studii serii e spassionati degli stessi dati di fatto. Il nostro quindi nota che i greci, che sono gl’indigeni, predominano in Epiro da per tutto ed in tutto; malgrado che l’amministrazione sia nelle mani degli stranieri, cioè degli Albanesi, i quali ivi amministrano senza pietà la tirannide turca, peggio degli stessi Turchi nell’Armenia; e dopo una breve descrizione lirica del paesaggio ed un cenno fugace della greca Suli di Kazasis e di altri luoghi non meno greci, aggiunge, con una logica terrificante,