— 277 - il Governo di Vienna di slealtà ed a reclamare provvedimenti energici; mentre le diffidenze raggiunsero proporzioni gravissime in Italia e si estesero anche in Inghilterra , specie dopo che si venne a sapere che armi austriache erano state introdotte di contrabbando nel vilayet di Scutari in varie riprese. Questa grave notizia fu data con riserva dal The Echo of Constantinople a’primi di ottobre, e quel giornale, notando che l’arditezza austriaca era forse consigliata dal timore che l’Italia stesse per fare un colpo di testa in Albania, così concludeva: « Può darsi che Crispi, anche morto, seguiti ad influenzare la sua patria : tutti sanno che egli, di origine albanese, sognava l'unione fra l’Albania e 1’ Italia, e poi bisogna considerare che nel cuore d’Italia vive e prospera una colonia albanese. L’antagonismo sarebbe dunque fra 1’ Austria e 1’ Italia; ma il governo turco, parte più che ogni altra interessata, che cosa dice '? E che cosa direbbero l’Inghilterra e le altre grandi Potenze, quando venissero confermate le notizie trasmesseci dal nostro corrispondente straordinario di Scutari ? » Senza indugiarci a smentire la strana affermazione del sogno di Crispi, perchè da per sè stessa appare priva di base, essendo note abbastanza le idee del grande statista nostro rispetto alla questione albanese, e senza dare alle informazioni del giornale ora citato maggior peso di quello che non possiamo di certo attribuire a quelle del Berliner Tageblatt, cui veniva assicurato da Costantinopoli come un piroscafo italiano, proweniente da Brindisi, avesse scaricati presso Durazzo e distribuiti ai capi albanesi ben dodici mila fucili e moltissime munizioni; egli è certo che il numero degli agenti provocatori austriaci in quei giorni era addirittura esuberante in Albania. Costoro, come denunziava la No-voje Vremja, per lo più da Serajevo , dopo d’essere stati istruiti dai funzionari del Kallay, recavansi in Albania, spacciando ogni sorta di favole; assicurando per fino che si era già formata una lega russo-italo-montenegrina, con lo scopo di assoggettare quelle regioni; spiegando nel senso più tendenzioso e maligno la pacifica e civile azione dell’ Italia, e non risparmiando gli stessi Augusti Sovrani di quest’ultima, di cui sapevano raccontare, a dire del giornale russo, ogni sorta di progetti mostruosi e pazzi, che impressionavano profondamente quelle ingenue e credule popolazioni. Per tanto la Società' Dante Alighieri, che dell’Albania si era già varie volte interessata con affettuoso zelo, nel suo XII Congresso tenuto a Verona, volendo che l’azione italiana assumesse un nuovo impulso più pratico, per opporsi efficacemente agl’ intrighi austriaci e per neutralizzarli, onde assicurare agli Albanesi il libero sviluppo dei loro ideali politici, adottava il seguente ordine del giorno: « Il XII Congresso della Dante Alighieri esprime il voto che il R. Governo: 1. Provveda ad un’ inchiesta tecnica sulla convenzione di linee ferroviarie nella penisola balkanica, coordinate