— 358 — che tutte le notizie allarmanti, messe in gùro in quei giorni, erano destituite di fondamento. Però, qualche giorno dopo, il telegrafo annunziava da Pietroburgo che la Cancelleria russa aveva rivolto un invito al governo di Vienna di regolare la questione della Bosnia-Erzegovina, togliendovi, l’occupazione militare; onde si credette che la Russia volesse riaprire la questione balkanica, accusando 1’ Austria di violare il Trattato di Berlino; quasi in risposta al discorso fatto, appena tre mesi prima, dal conte Szecsen alla Delegazione Ungherese, secondo il quale, il mandato conferito all’Austria di occupare quelle due provincie, era sine limine ; di guisa che egli, riguardo al quesito se l’Austria fosse disposta ad abbandonarle, sentivasi autorizzato di dire : « Basta che ci siamo , vogliamo restarvi! » « L’ Austria, scriveva allora il Giornale di Sicilia, per quanto strillino boemi e croati, è in ribasso. Non corrono più i buoni rapporti di un tempo fra essa e la Russia; Perfino la Germania, tutta dedita alla sua amicizia collTmpero del Nord, e al raggiungimento dell’entente colla Francia, sembra disposta a mutar politica verso l’impero absburghese. Dobbiamo quindi esser preparati a prendere il nostro posto ; e poiché un nuovo indirizzo è stato indubbiamente impresso alla politica italiana; ci lusinghiamo che esso sia appunto in armonia colle grandi cose che maturano. Le conseguenze del viaggio dello Czar sarebbero di due specie. Innanzi tutto, l'accordo tra la Francia e la Russia diventerà più stretto per quanto riguarda la questione dei i alkani, il mantenimento generale della pace, quello dell’ equilibrio generale delle Potenza uel Mediterraneo, 1’ estensione agli affari dell’ Estremo Oriente degli effetti dell’alleanza franco-russa, il mantenimento dello statu quo generale e delle capitolazioni generali in Turchia... Il corrispondente di Londra della Patrie si occupa dell’incontro che avrà luogo a Danzica fra 1' imperatore Guglielmo e lo Czar, al quale assisteranno il cancelliere dell’impero germanico, conte di Bulow, e il ministro degli esteri di Russia, conte di Lamsdorff, parlando deW'entente cordiale tra Francia, Russia e Germania. È notevole che gli stessi nazionalisti, i quali ancora fanno la voce grossa coutro i tedeschi, pubblicano notizie di questo genere, non solamente senza accompagnarle da commenti ostili, ma accogliendole anzi con premura; il che prova che non si tratta di fantasie giornalistiche; ma di fatti attendibili e concreti. Posto ciò, è chiaro che noi saremo coi vecchi e buoni amici tedeschi, e nello stesso tempo coi nuovi amici della Senna e della Newa. Sarà questa la migliore risposta nostra alle provocazioni croate; « perchè è certo che una lega di Potenze come quella di cui si parla, non sorgerebbe certamente per aiutare l’Austria ad uscire dalle presenti difficoltà. » In quella occasione il Duewnich di Belgrado pubblicò il se