— 335 — schiera, proclamava l’indipendenza dell’Albania , poco curandosi dei preparativi bellicosi che contro di lui faceva Osman Pascià, governatore di Janina. In generale da per tutto si chiedeva l’autonomia amministrativa ed un governatore unico di nazionalità albanese per tutti i vilayets. A far presenti i lagni e i desiderati del popolo albanese e per indurre il Sultano all’adempimento delle promesse tante volte indarno fatte riguardo alle riforme , una commissione di notabili albanesi, nel mese di luglio , avea presentato un memoriale al- 1 Yldiz-Kiosk, non provocando altro che un ordine alla polizia di sorvegliare attentamente tutti gli albanesi residenti a Costantinopoli ed i più cospicui cittadini dei principali centri dell’Albania, e in particolar modo i loro possibili rapporti con le Ambasciate e con i Consolati esteri; allo scopo di trarre in arresto anche coloro che erano sfuggiti alla prigionia arbitraria, pochi giorni prima, per il sospetto di appartenere al Comitato e di essere in relazione con Ismail Kemal Bey , come si annunziava da Filip-popoli, quantunque il Governo turco avesse l’impudenza di smentire il fatto, appena che se ne sparse la notizia. Certo il movimento autonomistico, che si estendeva da Kossovo a Scutari, a Monastir e a Janina, era tale da impensierire assai la Porta, e Abud Hamid non mise tempo in mezzo per chiedere alle Potenze se, per avventura, si sarebbero opposte all’ adozione di energiche misure repressive ; quasi che non fossero bastevoli gli atti di vero brigantaggio e di neronismo che, fin dal mese di giugno, in varii distretti albanesi, come annunziavano per fino i giornali serbi, venivano commessi delle truppe turche, che, impotenti a reprimere l’iniziale movimento rivoluzionario , perchè gl’ insorti occupavano le montagne e posizioni per esse inaccessibili, sfogavansi ferocemente contro gl’ inermi villaggi; quasi che non fossero bastevoli gli assassina, anche di donne e di bambini, commessi nel sangiaccato di Novi-Bazar, alla fine di agosto, dalla scorta del nuovo kaimakan Neshim Bey; quasi che fossero semplici carezze le pugnalate con le quali i soldati belluini aveano finiti gli albanesi caduti sul campo di battaglia ! Eppure 1’ agitazione cresceva sempre più e la situazione peggiorava, ed ai primi di ottobre il Temps e VInformation, secondo le notizie giunte a Costantinopoli da Monastir, assicuravano che l’anarchia dominava in tutta l’Albania centrale; che nel distretto di Dibra per fino i giudici dei tribunali scioperavano, perchè non pagati; che l’autorità del Sultano era affatto scomparsa; che nessun soldato e nessun funzionario osava penetrare nei distretti abitati dai Malisori, alla riva sinistra del Drin; che i funzionarli venivano di continuo insultati nelle città, dove solo si mantenevano, perchè sostenuti dalle forti guarnigioni; che i gendarmi albanesi disertavano. Anche a Durazzo manifestavano dei segni abbastanza gravi di