— 407 — so quali e quanti atti vandalici, più o meno dovuti alla fantasia di chi, denunziandoli su per i giornali compiacenti , credeva di dover commuovere davvero l’opinione pubblica europea a favore delle pretese che furono, poco dopo, formulate nel Congresso tenuto a Belgrado, per iniziativa del Comitato Pro-Macedonia. Tutto ciò contribuiva a tenere il paese in continuo stato di agitazione ; gli agenti russi aizzavano il popolo contro la Reale Famiglia ; quelli austriaci eccitavano 1’ animo del Re contro il partito radicale, nemico non solo della Regina Draga, ma della stessa Dinastia; sicché, in seguito al voto della Skupcina del 18 novembre, il Gabinetto Velmirovicli si credette nel dovere di dimettersi e di cedere il posto a quello ex-parlamentare , presieduto dal generale Zinzar Markovic, che non riconosceva altre norme alla sua azione fuori della volontà sovrana , e che , pur essendo disposto a conservare e a sviluppare i buoni rapporti con la Russia , affermava solennemente di voler consolidare sempre più l’amicizia con la vicina Austria-Ungheria, in considerazione dei molteplici e dei g’randi interessi comuni, e lasciava adito alla Vecerna Posta di Sofìa di pubblicare la notizia di trattative con la Turchia, insieme ad un’alleanza tendente a metter argine alla sempre crescente agitazione macedone. A Pietroburgo , dove certo il lavorio dell’ Austria non poteva restare inosservato, si colse volentieri il destro offerto da Golu-chowski che, vedendo scemare il prestigio austriaco nei Balkani e avvicinarsi con terrore la rivolta generale in quelle terre, si dichiarò pronto a seguire la politica russa e ad addivenire ad un’intesa, anche allo scopo di sbarazzarsi della crescente influenza italiana in Albania ; quindi prevalse il concetto di voler coordinare una buona volta i reciproci interessi fra i due Imperi e le reciproche ambizioni, con una più larga intesa, in base al famoso trattato del 1897. Allora il conte Lamsdorff, dopo d’aver visitate le Corti di Belgrado e di Sofia, per ammonire i Serbi e i Bulgari a non creare ostacoli alla politica russa , perchè la Russia non avrebbe spesa una goccia di sangue dei suoi soldati per i perturbatori della pace , che perciò si sarebbero trovati soli a fare i conti con la Turchia, alla fine di dicembre, recavasi a Vienna, ospite atteso e desiderato. Già da parecchi giorni la Neue Freie Presse avea scritto che nei circoli diplomatici austriaci attribuivasi alla visita non solo lo scopo di mantenere , ma anche quello di ampliare 1’ accordo austro-russo nei Balkani ; poiché , essendo le riforme promesse dalla Turchia del tutto insufficienti, era interesse dei due Gabinetti d’intendersi, per ottenere dal Sultano delle misure più ampie e del tutto radicali; per costringere la Porta ad attuarle subito e per provvedere anche alla eventualità che una nuova rivoluzione macedone non potesse più reprimersi da chi ne aveva l’obbligo. Pertanto la Petersburkia Vjedomosti si era sentita nel di-