— 409 — una levata di scudi da parte degli Slavi nei Balkani; come pure sospettava l'elemento fanariota, malgrado le ripetute assicurazioni che, in senso contrario, gli venivano da fonti ufficiali. Ad ogni buon fine la Bulgaria, pur dichiarandosi fiduciosa nell’opera dell'Austria e della Russia, e pur promettendo, per bocca di Danelf, che avrebbe continuato a persistere nella più stretta neutralità, sicura che non si sarebbe spinto agli estremi il sentimento popolare, in modo da rendere incapaci i poteri pubblici a dominare l’esplosione; si preparava alacremente e mettevasi in grado di poter affrontare i possibili eventi ; nello stesso tempo che la Russia , con la massima energia contrariata dall’ Inghilterra, lavorava presso il Sultano per ottenere il libero passaggio di sue navi da guerra attraverso i Dardanelli, in compenso dell’azione moderatrice da essa spiegata nei Balkani! Il Gran Visir Said Pascià a questo punto vide che oramai la sua posizione era divenuta insostenibile; per tanto, dopo d’aver sottoposto al Consiglio dei Ministri e d’aver veduto rigettare un progetto proprio di riforme , atto forse a soddisfare davvero le Potenze, se non i capricci del Sultano; affrettossi a presentare le sue dimissioni , lasciando una larg'a dote di gravi impicci , di straordinari pericoli e di enormi difficoltà a Ferid Pascià Vlora, che fu chiamato a sostituirlo, contro la voglia della solita carne-rilla di corte, che gli attribuì tosto l’intenzione di volersi avvalere della sua influenza presso gli Albanesi, onde servirsene, ad og-ni evenienza , a favore o contro i Turchi, anche a rischio di affrettare l’occupazione di Novi-Bazar da parte dell’Austria. Il giorno 4 febbraio la Neue Freie Presse pubblicava le seguenti informazioni : « Le Potenze più direttamente interessate ad un assetto pacifico delle diverse questioni balkaniche discutono, ora che il principio della necessità di riforme è generalmente riconosciuto, le misure da adottarsi nei loro particolari. Se una conferenza si rendesse necessaria, essa avrebbe per iscopo l’attuazione di queste riforme entro i limiti dello statu quo e della integrità dell’ Impero ottomano. La Sublime Porta , non dubitando della lealtà degl’ intendimenti dei gabinetti di Vienna, Pietroburgo e Roma, sarebbe anch’essa compresa della opportunità che la questione sia definita nel più breve tempo possibile. È probabile quindi non ci sia luogo alla convocazione di questa conferenza. Ad ogni modo l’accordo fra le tre Potenze accennate è completo ed unanime la loro decisione di avviare la questione ad una soluzione propria, » Pochi giorni dopo il medesimo giornale , dimostrando che la questione albanese non è un artificio della nuova Italia, ma che invece è organicamente connessa ai suoi più vitali interessi politici ed economici, confermava l’accordo esistente fra 1’ Italia e l’Austria per il mantenimento dello statu quo in Albania ed ag-giungea che un tale accordo non era reso vano da quello austro- 52