— 449 — altri disordini, che poscia ebbero la loro conclusione nella orrenda notte del 10 all’ 11 giugno, con la carneficina immane e sacrilega in persona del Re, della Regina e di molti fra i loro devoti, dentro il Konak e in tutta la città di Belgrado, commessa sotto gli occhi dell’ Ambasciatore russo, dai rappresentanti di quello esercito che, il giorno 11 gennaio del 1878, il padre della maggior vittima aveva definito eroico ed altero, attribuendogli la missione nobilissima di strappare gli uomini alla strage e le donne all’oltraggio ! Intanto, a dire del Daily News, il nuovo gabinetto bulgaro si preparava ad un’ azione energica e solida nella questione macedone, con una politica piuttosto conciliante verso la Turchia, in rapporto ai seguenti concetti espressi dal Ministro degli esteri al corrispondente del medesimo autorevole giornale inglese: « Ad intervenire nelle cose della Macedonia, la Bulgaria non ha alcun diritto materiale, bensì ne ha uno morale, che le é riconosciuto da tutte le Potenze. Noi ne siamo politicamente, socialmente e geograficamente interessati e su noi cadono tutti i pericoli della situazione attuale; poiché siamo costretti a ricevere e a mantenere migliaia di macedoni che vengono in Bulgaria dalle case loro, ed entrano largamente nella formazione del nostro esercito ed anche in quella del corpo dei nostri impiegati. Così, a parte altre ragioni, non possiamo esimerci dal nutrire simpatie per i concittadini e per i congiunti di questi nostri ausiliarii. Il presente ministero ha abbandonata la politica dell annessione, poiché la Macedonia è abbastanza ricca e popolata per poter sopportare il peso della propria indipendenza amministativa. » Per questo il Times si sentiva autorizzato ad affermare che i negoziati condotti avanti dalla Bulgaria con la Porta procedevano in modo abbastanza soddisfacente, sebbene le richieste del Natchovich, se pur erano quelle segnalate da Belgrado alla Neue Freie Presse, tendenti ad ottenere l’amnistia per tutti i bulgari compromessi e arrestati, l’esecuzione delle riforme austro-russe, l’entrata di due bulgari nella Commissione incaricata ad attuare quest’ultime, e l’autonomia a tutti i comuni bulgari della Macedonia, non fossero di sicuro tali da poter essere tutte accolte dalla Porta, tanto che, senza lunghe discussioni, venne accolta la prima solamente. A turbare le pratiche così bene avviate, influirono gl’incidenti di frontiera avvenuti presso Batak, fra le guardie bulgare e i soldati turchi, il giorno 21 luglio, come pure i fatti d’ arme a Dokusink, a Karatalì, ad Enimatale, e quello gravissimo fra Lu-kovo e Padku, oltre che a Cratortepe, a Perena, a Samara, e in altri luoghi, cui bisogna aggiungere la concentrazione di truppe ottomane alla frontiera medesima, dovuta alle notizie che i Comitati non aveano per nulla abbandonata 1’ idea d’una sollevazione generale dopo il raccolto, rese ancor più credibili dalle 57