— 29 — che aveva nella cintura, gridò: — Fermatevi... Che cosa mi recate voi ? — La volontà di S. A., rispose Hassan, a voce alta e solenne. Fate le vostre abluzioni; indirizzate le vostre preghiere a Dio e al Profeta, ed assoggettatevi al vostro destino, poiché il Sultano chiede la vostra testa....... — La mia testa non si consegna con tanta facilità ! soggiunse Ali fuori di sé, e fece fuoco, ferendo gravemente Hassan e qualche altro. A tal segno, le sue guardie investirono gli Osmanli, che si misero in fuga atterriti, lasciando parecchi morti. Ma il visir era ferito al petto e alla schiena ; gridò allora ad uno dei suoi pa-likari: — « Corri, amico, va a scannare la povera Vasiliki, perchè non sia contaminata da questi infami! » Poco dopo tutto era finito. La testa maestosa del gran ribelle, spiccata dal busto, fu recata su d’un piatto d’argento a Kurshid, che s’inchinò tre volte davanti ad essa rispettosamente, e che, baciando quella barba veneranda, si augurò una simile gloriosa fine. Allora gli Skjiptari, che erano nel campo, si accorsero della grande perdita da loro fatta. Passarono tutta la notte in pianti e cantando le lodi del defunto; allo spuntare del giorno lavarono quel corpo insanguinato, lo rivestirono di abiti preziosi e lo deposero in una magnifica bara, sulla quale misero il turbante, che il vecchio eroe albanese soleva portare nei giorni di battaglia, ornato di piume e di brillanti; tagliarono la criniera al cavallo di lui e lo coprirono d’un manto di porpora. Gli furono celebrati splendidi funerali militari, mentre il cannone ad intervalli faceva cupamente risuonare, in segno di lutto, le valli circostanti. La notte seguente la testa di Alì fu spedita di nascosto a Costantinopoli e quindi esposta alla porta del Serraglio. Allora Mahmud II0 mandò ai figli del fiero visir, che si trovavano a Kutahieh in Asia, l’ordine di morire. Veli e Salik furono decapitati ; Muktar oppose però vigorosa resistenza, uccise il capidgi-bashi che ebbe 1’ imprudenza di presentargli il cordone di seta, col quale avrebbe dovuto essere strozzato ; quindi gridando : Un Albanese non muore come un eunuco!, assalì col pugnale i soldati e, aiutato da alcune guardie, giunse a respingerli e a trincerarsi nei suoi appartamenti. Ma le porte furono abbattute a colpi di cannone, e Muktar allora, avendo veduto cadere tutti i suoi amici l’un dopo l’altro, ferito a morte, ebbe tempo di appiccare il fuoco alle polveri custodite nell’interno del palazzo e fé saltare tutto per aria, morendo da valoroso.