— 513 — persona finora rimasta sconosciuta, e che ciò dimostra come gii Albanesi di nuovo insorgano contro le riforme, dando così diritto o Shemsi pascià di ridurli all’obbedienza, come meglio conviene ! Il telegramma dice inoltre che quel Haldupo cane assediò la casa di Bajram Hadshi Bey, uomo di fama non molto buona , e che gliela distrusse a cannonate, uccidendo lui con tre amici e quattro donne. Noi non sappiamo se veramente Bajram Hadshi Bey fosse un cattivo soggetto; ma ci meravigliamo quando vediamo come, da Costantinopoli, abbiano l’impudenza di dire all’ Europa che gli Albanesi sono selvaggi e facinorosi; quasi che l’Europa non sappia che il Governo pazzo della Turchia non ha mai fatto nulla in Albania per ingentilire quel popolo, che ora persino osa insultare, dopo d’averlo spolpato, come tuttora continua a fare. Dove sono le strade, dove le scuole nazionali, dove la giustizia, dove esistono in Albania le cose principali e più necessarie per le quali un sovrano possa avere anche il più piccolo diritto di dire che egli si sforza indarno a mettere un popolo nella via del progresso ? Quale popolo, fra quelli che valgono di più oggi nella civiltà, non sarebbe diventato selvaggio, più di quanto la Turchia non ca-lunnii gli Albanesi, sotto la tirannia cinque volte secolare di 1111 governo barbaro, senza fede, senza giustizia, ladro e sanguinario? Con tutto ciò noi vogliamo credere che Bajram Hadshi Bey fosse tale quale lo accusano gli spioni di Costantinopoli. Ma a colui che insorge contro certe riforme che tendono a sbranare l’Albania; a colui che solo con tre compagni, in difesa della propria casa, è in grado di combattere con centinaia e centinaia di belve Asiatiche, invece di arrendersi vivo e anticipatamente vendicandosi; a colui che muore da forte per la difesa della patria, noi di tutto cuore diciamo: Che Iddio ti perdoni tutte le colpe che avrai potuto commettere, come te le perdona la gente tua , che tu hai onorata, versando il sangue per la libertà e per l’integrità del luogo natio !..... La rivolta degli Albanesi in Giakova, Ipek, Reka, Luma e in altri luoghi, dimostra anche una volta, in maniera grave ed eroica, che non è più possibile trascurare i diritti del nostro popolo, nè confonderlo con altri. I nostri nemici, secondo il loro costume dapprima si misero a latrare che gli Albanesi erano spinti dall’Austria, la quale, avvalendosi della condizione attuale della Russia, implicata nella guerra col Giappone, volea cogliere il destro di spingersi nel cuore della Penisola balkanica e d’impadronirsi di Salonicco in una volta. Altri non si trattennero dal dire che gli Albanesi insorgevano contro le riforme, per mandato della Turchia, essendo èssi selvaggi, retrogradi, fanatici, e non so che altro; mentre la Turchia, da parte sua, non ebbe pudore nel far pervenire alle grandi potenze una protesta , nella 65