— 307 — Germania e dell’Austria. Allora il Giornale di Sicilia scrisse un articolo molto notevole ed assennato, deplorando l’ostilità che partiva da Berlino contro l'Italia e faceva le segmenti considerazioni: « La stampa berlinese, quella non ufficiosa s’intende, ha criticata aspramente la disposizione del nostro ministero della marina che ha mandato la seconda divisione della forza navale del Mediterraneo nei porti della costa albanese, che è poi possedimento della Turchia. Infatti le ultime notizie ci apprendono l’arrivo di quattro nostre corazzate nelle acque di Durazzo, che di là risaliranno fino alla costa dalmata, toccando i varii scali e facendovi sventolare per la prima volta, la bandiera italiana. Le popolazioni hanno fatto splendida accoglienza ai nostri equipaggi, e quella musulmana, per ordine superiore del Padiscià, si è unita al'a cristiana in queste cortesi accoglienze; anzi i pascià dei vilayets di Janina e di Scutari si recheranno alla costa per salutare il comandante della squadra italiana... Dal lago di Scutari al golfo d’Ambracia, e dalla costa adriatica ai confini della Serbia e della Macedonia, vivono parecchi milioni d’ individui oppressi dalla barbarie ottomana e tenuti in uno stato d’inferiorità degradante, di fronte alle altre nazionalità. Le colonie albanesi stabilite nell’ Italia meridionale, e che trovansi in uno stato di civiltà fiorentissima, da un trentennio si agitano per il miglioramento delle sorti dei loro confratelli dell’altra riva dell’Adriatico... L’Albania, per la sua posizione geografica, ha un’ importanza eccezionale... cosicché sarebbe quasi un cuscinetto indicatissimo, per render vane molte aspirazioni ambiziose. L’Austria minaccia d’ingoiare, un giorno o l’altro, la Vecchia Serbia, cui aspira anche il Montenegro, e di là marciare poi sulla meta tanto desiata, su Salonicco. Ma l’ostacolo a tale marcia è costituito appunto dall’Albania, ove il governo di Vienna non ha cessato un istante di far propaganda in proprio favore, per prepararsi il terreno ad una probabile conquista. I disegni dell'Austria però sono strenuamente combattuti dal governo di Pietroburgo , il quale ha posto nella penisola balkanica due vigili sentinelle: il Montenegro, per la Vecchia Serbia, e la Bulgaria, per la Macedonia. Però i due piccoli Stati dovrebbero fare i conti con i satelliti dell’Austria, la Rumania e la Grecia; così che 1’ equilibrio verrebbe presto ristabilito. Ora a far traboccare la bilancia a favore delle nazionalità slave minacciate dall’ Austria. il Montenegro si è adoperato presso i gabinetti di Roma e di Pietroburgo a che una grande Potenza, che abbia interessi economici immediati sulla riva destra dell’Adriatico e delle tradizioni di antico dominio, si occupasse attivamente della questione balkanica, in modo da mettere un argine al dilagare dell’influenza austriaca. E questa grande Potenza non poteva essere che l’Italia, la quale, al tempo delle gloriose sue repubbliche, fu dominatrice dei paesi rivieraschi dell’Adriatico orientale, che costituivano l’antica Illiria, e di molte isole dell’arcipelago greco. L’Italia, che ha