— 245 — la espansione germanica. Ce n’è una ragione: l’IsIam, per grande che sia, non può più accasarsi in Europa; la sua ulteriore evoluzione deve farsi nell’Asia , per la quale nacque... La tendenza di Pietroburgo sopra Costantinopoli segna la naturale evoluzione panslava... Come la Russia si estenderà sugli slavi dei Balkani, così farà la Germania sui tedeschi dell’Austria; e come l’una, cercando uno sbocco, graviterà su Costantinopoli, così l’altra su Trieste. Badate su Trieste! A noi può arrecare più danno la espansione germanica che non la slava, ed anche per questa ragione, che l’Austria , costretta dall’ espansione germanica a gravitare verso FOriente, può tornare a noi pericolosa dall’ altro lato dell’Adriatico. E chi può dire che non se ne vedano già i segni ? Or coll’occhio verso Salonicco, or verso Scutari, ella mira, nel primo caso, a dominar tre mari; nel secondo, l’Adriatico certamente. Nell’un caso e nell’altro, guai all’Italia, che sarebbe disfatta appunto quando la proclamano rinata! Yoi sapete che da molti anni tra Balbo e Mazzini ci fu un dissidio di previsioni sull’Austria. Balbo, sin dal 1846, la disse destinata ad inorientarsi; Mazzini, prima e poi, la disse destinata a disfarsi. Potrebbe però avvenire che la si disfaccia inorientandosi, e questo appunto per molti anni nuocerebbe all’Italia. Occuperebbe, inorientandosi, Salonicco? Ed ecco l’antica Tessalonica, capitale della Macedonia romana, dominante tre mari, uno greco e due italiani, in mano allo straniero quanto più alleato, tanto meno amico all’Italia. Occuperebbe Scutari? E l’Adriatico che bagna l’Albania all’ovest, da Antivari a Prevesa, sarebbe perduto per l’Italia irreparabilmente. Dunque ? Importa a noi che l’Albania non vada in mano austriaca. Ciò può importare mediocremente agli slavi e ai tedeschi ; ma per i latini , per noi specialmente, è problema vitale. L’Albania non è lieta del Turco, che la opprime, nè dell’ Austria che la insidia , e volge 1’ occhio all’Italia piuttosto come a sorella che a madre. Di ciò che dico le prove sono recenti. Testé ella, la patria di Giorgio Castriota Skan-derbeg, mandava al sultano un memorandum col quale chiedeva un’autonomia amministrativa e 1’ uso della propria lingua nelle proprie relazioni. Questa voce del popolo skiptaro si spense sul limite dell’ harem, dove si aggira pauroso il successore del profeta. Nè può essere paga dell’Austria, che fattosi avere nel Congresso di Berlino l’ufficio di custodire i porti turchi, cioè albanesi, dell’Adriatico, e più tardi dalla Propaganda l’incarico di proteggere il culto cattolico in Albania, si comporta come tutti i custodi e come tutti i protettori in terra altrui, cioè da padrona. Le poste, in fatto, cioè la trasmissione del pensiero, sono in mano dell’Austria, e potete immaginarvene Fuso: respinge come proibiti tutti i libri e tutt’ i giornali che pervengono in Albania dalle colonie albanesi d’Italia e di Rumenia; agenti austriaci percorrono l’Albania, dove minacciando, dove corrompendo, dividendo sempre con la guerra di religione ; tra questi agenti il gesuita ha il posto