— 363 — Czar, secondo tali informazioni, era basata sopra una revisione del Trattato di Berlino e sul richiamo in vigore di quegli articoli del medesimo, che erano rimasti fino allora lettera morta, con cui la Sublime Porta obbligavasi a dare delle vaste riforme, specie alla Macedonia. A tal fine però riteneasi necessario anche l’accordo dell’ Austria , che il Gabinetto di Berlino sentivasi in grado di ottenere, promuovendo così un’intesa definitiva fra Vienna e Pietroburgo, che avrebbe resa possibile l’attuazione dell’intento di Nicola II, dopo un convegno che avrebbe dovuto aver luogo in primavera, in occasione della' visita di lui alla Kofburg, e con la concessione massima all’Austria, da parte della Russia, di annettersi formalmente la Bosnia e PErzegovina. Intanto il nuovo Comitato Macedone, modificando l’antico piano che, secondo la Koelnisclie Zeitung, era appoggiato anche dagli Albanesi, si adoperava con tutti i mezzi, non più ad ottenere la formazione di un’ Albania e di una Macedonia autonome nelle provincie europee della Turchia, bensì quella d’ una repubblica federale indipendente, amministrata da un Consiglio elettivo, con autonomia provinciale, sul sistema dei Cantoni svizzeri, a base di nazione armata, con assicurazione di garenzie democratiche; come il suffragio universale, il referendum,, il sistema elettorale proporzionale, l’imposta progressiva sulla rendita e sulla proprietà, la libertà di riunione, di parola, di stampa e di commercio, l'uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge , senza distinzione di nazionalità e di religione, l’elezione dei funzionari, compreso il Presidente della Federazione, per suffragio diretto e ad ogni cinque anni. Non mancavano però i piccoli scontri fra bande d’ insorti e truppe turche, nè cessavano i preparativi per una prossima rivoluzione; quantunque, a dire della Politische Correspondenz, il Governo bulgaro si sforzasse di tenere in freno gli elementi più riottosi e dichiarasse alle potenze, e in ispecial modo alla Turchia, di non esser disposto affatto a tollerare verun atto del Comitato che fosse contrario alle leggi, e di essere invece pronto a procedere severamente contro ogni tentativo di disordini. I timori di nuove rivolte e le speranze di possibili miglioramenti, da conquistarsi per fino col sangue, non vennero meno affatto, fino al giorno 28 novembre, quando il Granduca Michele Nieolajevich recossi a Budapest, per far visita all’ Imperatore di Austria, coll’ incarico avuto dallo Czar di fare dei passi relativi al rinnovamento dell’ accordo austro-russo, su più vaste e più sicure basi, in previsione d’una possibile azione comune delle Potenze presso la Turchia , a fine di costringerla ad introdurre nelle provincie europee le riforme stabilite dal Trattato di Berlino. Intorno a ciò si rilevava che il governo russo non avrebbe potuto prendere l’iniziativa di regolare in via pacifica le cose dell’Oriente