— 530 - uesi, mira dall’altra parte a formare l’auello di congiunzione fra l’Italia e l’Albania. « L’ Italia si potrebbe servire di questo ottimo elemeuto . sia per il personale delle scuole italiane , sia per quello delle poste e dei consolati in Albania. Potrebbe ancora facilitare 1’ emigrazione degl’ italo-albanesi in quei territorii, mentre oggi sono obbligati a cercare lavoro nella lontana America. Vedete, per esempio, i grandi feudatarii albanesi, che posseggono gran parte del territorio della così detta Macedonia, sono stati costretti a chiamare il contadino bulgaro, mentre potrebbero servirsi del contadino italo-albanese. « A dire il vero, molto ancora dovrebbe fare il Governo per gli Albanesi d’Italia. Accennerò per ora alla necessità della istituzione di una cattedra albanese all’ Università di Roma, come l’Austria 1’ ha istituita a Zara e nell’Università di Vienna. « Io mi auguro che l’onorevole ministro degli esteri vorrà prendere in considerazione quanto ho esposto, la qual cosa tende ad attuare un vivissimo desiderio degli Albanesi d’Italia e dell’ Albania e degl’ Italiani tutti: il mig’lioramento delle condizioni economiche ed intellettuali del popolo albanese. » All’ on. De Martino non parve molto chiara la situazione nei riguardi dell’Adriatico, sebbene, mercè l’opera lodevole dell’ onorevole Tittoni, fosse mutata di molto e non più così compromessa, come prima, per la esclusione dell’ Italia dall’ azione dell’Austria-Ung'heria e della Russia nei Balkani. Svolse quindi 1’ idea che solo l'intervento diretto di tutte le potenze costituisce la vera g'arenzia per l’Italia, che non può volere, come suo supremo interesse, altro che lo statu quo, o nel caso che questo diventasse insostenibile, che nessuna potenza possa stabilirsi nei Balkani con protettorato, annessione o conquista. Chiese infine al Ministro se nel convegno di Abbazia egli avesse ottenute delle assicurazioni e quali, e insistette che le risposte fossero esplicite anche riguardo al fatto dell’ inesistenza d’antagonismo fra le amicizie e le alleanze politiche, per tagliar corto a commenti che, lontani dal vero, creavano all’ estero il sospetto di un mutamento dell’ orientamento politico dell’ Italia; la quale, arra di pace fra le nazioni, perchè scevra di ambizioni e di desiderii di conquista, é invulnerabile appunto perchè ha saputo conciliare le sue alleanze con le sue amicizie. Con la consueta competenza, l’on. Guicciardini sostenne che la questione balkanica deve essere risoluta tenendo conto dei gravi interessi italiani che ad essa si connettono , e concluse che per 1’ Italia tale questione non si può risolvere altrimenti che stando con 1’ Austria o contro 1’ Austria, sebbene a lui questa seconda ipotesi, ove opera di diplomatici o fatalità di eventi la rendessero inevitabile, nou paresse preferibile per nulla all’altra, non avendo 1’ alleanza con le potenze centrali ancor fatto il suo tempo.