— 233 — ieri, d’imprecare a tanto eroismo e a tanta virtù ? Dunque gii elementi pel riordinamento della penisola balkanica sulla base delle nazionalità esistono, e bisogna fidare nel tempo, perchè fruttino e si svolgano.... Quali sono gl’interessi d’Italia nella soluzione della questione orientale ? Signori, siamo troppo vicini a quella penisola, essendone divisi da un piccolo tratto di mare, e la storia vi prova, fin da tempi immemorabili, la frequenza e la ripetizione delle emigrazioni ed immigrazioni fra le due penisole, dall’italiana alla balkanica e dalla balkanica all’italiana. Abbiamo pagato troppo caro d’avere invaso e d’aver tenuto lungamente la penisola balkanica. È uno dei peccati dell’ impero romano, le cui conseguenze abbiamo sentito amaramente anche noi. Ma anche quando il grande impero si dissolveva, la potenza e l’influenza italiana non mancarono neU’oriente... Noi non possiamo caucellare la storia e non lo dobbiamo, perchè è un nostro sacro patrimonio; ma non possiamo neanche impedire, anzi dobbiamo favorire nel nostro paese i commerci col vicino Oriente, perchè rinunziandovi, offenderemmo i nostri più vitali interessi. Ciò posto, ragioni politiche, ragioni d’interesse economico esigono che il nostro Governo non abbandoni la questione orientale e non la lasci risolvere senza esercitarvi la sua influenza.... Se il trattato sarà eseguito alla lettera, noi avremo nulla a vederci; ma se non sarà eseguito, non dovremo permettere che non lo sia, standoci in silenzio... Il nostro governo non può e non deve se non tenersi pronto agli avvenimenti e ritenere, come scopo degli atti suoi, la vittoria di quei principii in virtù dei quali esso esiste. Dopo il 1870 vi fu una sosta nel gran lavoro della ricostituzione delle nazionalità. Il Trattato di Berlino si risente di questa sosta. Ma se la fortuna offerisse l’occasione a noi ed ai Governi che, come il nostro, hanno interesse a veder trionfare il principio di nazionalità e la libertà, bisognerebbe afferrarla cotesta occasione, perchè la libertà e la nazionalità trionfino! » Anche nel novembre del 1897, a proposito della visita del conte Goluchowski a S. M. il Re d'Italia in Monza, i giornali affermavano che, dato l’accordo completo fra la Russia e l’Austria-Un-gheria rispetto alla Penisola balkanica, il convegno di Monza, intorno agli accordi leonini fra i due imperi, avea lo scopo di ottenere il consenso dell’Italia, cui per tanto si diceva che fosse stata data la promessa d’una rettificazione rimuneratrice dei suoi confini orientali. A noi gode l’animo di dire e di tramandare alla storia il fatto che, in quella occasione, malgrado le perfide insinuazioni austriar che in senso contrario, la fiera e generosa anima di Umberto I si ribellò e si accese di nobile sdegno contro la proposta d’iniquo mercato che gli veniva fatta da chi, immemore del diritto di Italia sulle proprie terre irredente e delle sacre tradizioni di Casa Savoja, ebbe allora la suprema ingenuità di credere che il figlio 30