— 308 — interessi economici importantissimi da proteggere in Albania, che vi ha colonie fiorenti , che vi ha fondato numerose scuole , non potrebbe razionalmente tollerare che un’altra influenza politica si sostituisse alla propria, e men di tutte l’austriaca. Infatti 1’ impero absburgliese, rinchiuso attualmente nell’Adriatico, tenta g ua-dagnare lo sbocco di questo mare e fortificarvisi. Ciò spiega il prossimo trasferimento dell’arsenale marittimo da Pola a Cattaro, nella Dalmazia meridionale, la polizia marittima che esercita nei porti montenegrini di. Antivari e Dulcigno e le aspirazioni al possesso della costa albanese, ove fanno continue apparizioni le corazzate di Sua Maestà apostolica. Qualunque successo dell’Austria nella costa adriatica orientale sarebbe un pericolo per i nostri interessi economici, uno scacco per la nostra influenza politica; il contegno passivo tenuto per quasi cinque lustri non era più possibile e alla Consulta hanno fatto benissimo a spiegare maggiore attività nelle faccende balkaniche e del Levante in genere. È naturale che ciò a Vienna sia stato male accolto e che la stampa di tutti i colori, compresa quella officiosa, siasi scagliata contro il nostro paese in varie riprese, vale a dire dall’ epoca dell’ inci dente di Platamona, in occasione del viaggio del Re a Peterhof e all’annunzio dell’invio d'una parte della nostra squadra nei porti albanesi. Non si comprende però l’ostilità dell’opinione pubblica in Germania, e diciamo opinione pubblica, perchè questa è rappresentata nel grande impero dalla stampa indipendente e liberale, che è piena di recriminazioni a nostro riguardo. ìì vero che la Germania ha sempre avuto delle velleità di tutela rispetto all’impero ottomano; che ha sposata la causa dell’Austria-Ung’heria contro la Russia, perchè le interessa ad inorientare sempre maggiormente l’impero alleato, per cancellare qualsiasi ricordo della parte preponderante che gli Absburgo avevano nell’antica confederazione germanica; ma è pur vero che il rispetto agl’interessi e alla sfera d’influenza dell’altro alleato nella penisola balkanica s’impone egualmente alla Cancelleria ed alle popolazioni tedesche. L’invio delle navi da g-uerra italiane a Durazzo e negli altri porti albanesi costituisce una vera affermazione dell’influenza italiana in quella regione, attualmente soggetta all’impero ottomano; affermazione che non implica intenzioni mal celate di conquista, ma che potrà garentire un avvenire di libertà e di prosperità a quelle popolazioni. » Il giorno 18 agosto l'Information recava la seguente nota: « È risaputo che fra l’Austria e l’Italia esiste un accordo verbale pel mantenimento dello statu quo in Albania e per favorire lo sviluppo economico e sociale degli Albanesi. Questo accordo data da più anni e fu ripetutamente enunciato alla Camera di Vienna ed a quella di Roma dai rispettivi ministri degli esteri. Però da quell’epoca la diplomazia dei due Stati ha continuato ad interessarsi dell’Albania; da parte dell’Italia specialmente si è cercato di dare