— 526 — senso che l'Austria non possa fare un passo avanti nelle occupazioni territoriali, senza che le potenze occidentali ne siano precedentemente informate e siano consenzienti. Se questo è realmente, è senza dubbio un gran passo, che ha dato già un buon frutto nella formazione della gendarmeria internazionale agli ordini d’un generale italiano. E il fatto che alla gendarmeria italiana è stato assegnato il vilayet di Monastir è senza dubbio un’altra prova della migliorata posizione dell’Italia nei Balkani. Ora possiamo dire che l’Italia comincia a respirare in Oriente. » Quindi consigliò il Ministro a non addormentarsi sui primi allori, perchè se l’Inghilterra e la Francia volessero da un momento all’ altro disinteressarsi quasi delle questioni balkaniche, esse non avrebbero menomato perciò alcun loro vitale interesse; mentre per l’Italia la questione orientale è questione di vita o di morte. « Se una grande potenza occuperà un giorno Durazzo o Vallona, se una nuova Biserta sorgerà di fronte alle coste pugliesi, l’Italia morirà d’asfissia, circondata com’è da tutti i lati da un cerchio di ferro. » Il giorno dopo l’on. Santini espresse la sua soddisfazione per il convegno che il ministro degli esteri ebbe col cancelliere austro-ungarico, nella speranza che ad Abbazia l’on Tittoni, riparando a precedenti errori, fosse riuscito a regolare ogni eventualità bal-kanica, affinchè nessuna alterazione potesse ivi seguire a danno dell’ Italia e dei suoi interessi. Dopo di lui l’ou. Roberto Galli rilevò , fra l’altro , che le più gravi preoccupazioni dell’ Italia devono essere, per l’accordo anglofrancese riguardo al Marocco occidentale, per il Mediterraneo occidentale, da una parte, e sul Mediterraneo orientale, dall’altra, per la condotta dell’Austria nell’Adriatico e nei Balkani. Dimostrò quindi, fra la viva attenzione della Camera, con una serie di fatti e di ricordi relativi al Congresso di Berlino, come l’Austria abbia l’Adriatico in piena balìa, compresa la costa del Montenegro, e come essa, mirando a Salonicco, tenda ad impadronirsi della via principale del commercio fra il Mar Nero e l’Adriatico, e concluse che , potendo anche la calma delle popolazioni italiane soggette all’Austria assicurarsi mercè una condotta sui Balkani in favore della federazione dei popoli, ed avendo l’Europa bisogno deU Italia, il ministro dovrebbe usare serena franchezza con gli amici e con gli alleati, ed essere sollecito ed abile , per riuscir fortuuato in vantaggio della patria. L’on. conte Luigi Gaetani di Laurenzana pronunziò il seguente discorso : « I pericoli che ci minacciano nell’Adriatico consistono nel pan-germanesimo invadente , che con lavoro assiduo e tenace, compiuto nell’ ombra e nel silenzio , mira a Trieste... e ci minaccia ancora nei Balkani con la minaccia dell’Austria, che, attraverso la Bosnia e l’Erzegoviua , è già arrivata alle porte dell’ Impero ottomano, per essere un giorno o l’altro a Salonicco. Noi dobbia-