— 567 — noi temiamo assai che debba scoppiare uno straordinario incendio, che difficilmente potrà spegnersi. Il Governo deve finalmente comprendere che è dovere della Turchia essere per tutti i suoi sudditi, senza eccezioni, una madre affettuosa e benefica, e non, come sventuratamente og-g-i per g-li Albanesi, una madre snaturata. 5. — Questi obblighi che hanno di mira il bene presente ed il felice avvenire del regno, rappresentano 1’ obbietto delle nostre più intime speranze. Che se la legge organica non dovesse essere, senza alcun indugio, mandata ad effetto , sappiate che è stato già redatto in lingua francese, col concorso dei capi Albanesi cristiani e musulmani, un Memoriale, destinato, per la salute della nostra Patria e del Regno, alle Potenze europee; chiamando Voi tutti responsabili, se ci vediamo costretti a gettarci in braccio ad una delle Potenze straniere d’Europa. » Come già abbiamo notato, nè il Gran Visir, nè la Sublime Porta, e tanto meno il Sultano si diedero allora per intesi, anzi per dir meglio, provvidero nel solito modo turco, condannando all’ esilio quanti più individui poterono, ritenuti, a dritto o a torto, quali capi o fautori dell’agitazione. Per tanto, giusta la minaccia contenuta alla fine del documento sopra riportato, nel mese di ottobre dello stesso anno, fu spedita agli Ambasciatori delle Grandi Potenze a Costantinopoli la Petizione che segue e che fu anche comunicata alla stampa: « Non potendo ottenere i nostri diritti dal Governo sotto cui ci troviamo, poiché egli non ci dà mai ascolto. Noi, afflitto popolo Shkiptaro, ci rivolgiamo alle Grandi Potenze per implorare da loro aiuto e protezione. Mentre i Greci, i Bulgari, i Serbi ed altre nazioni hanno sempre trovato appoggio, protezioni e soccorsi di ogni sorta in Europa, i diritti incontestabili di noi Albanesi sono stati calpestrati da secoli e nessuno è intervenuto mai in nostro favore. Eppure la storia dimostra che se i Greci, i Bulgari ed i Serbi hanno resi mediocri servigi potitici all’ Europa, noi Albanesi, al contrario, abbiamo servito in modo prodigioso la causa della civiltà, in molte occasioni minacciata, e segnatamente sotto il nostro Principe Skanderbeg, il cui nome vivrà eterno, e il cui eroismo mise un arg-ine insormontabile, per ben ventisette anni, ai furibondi marosi degli Asiatici che minacciavano di travolgere tutta l'Europa. Ed ora che da ogni parte i piccoli e i grandi popoli limitrofi non nascondono le pretese di farci loro preda ; ora che intrighi d’ogni sorta cercano d’ insinuare in mezzo a noi le dissenzioni, per render più facile la nostra spartizione, noi non vediamo altra via che quella d’ implorare la protezione di quei Governi che han sempre mostrato il più grande interesse per ogni opera civile