151 — politano d’Eraclea, decise d’inviare a tutti i Metropolitani, dipendenti dal Patriarcato, un’enciclica che constatava il rifiuto della Porta di far diritto alle domande di quest’ ultimo, il che avea determinato il Capo della Chiesa a dimettersi; che dichiarava la Chiesa in istato di persecuzione, e che rendea noto come lo stesso Sinodo e il Consiglio misto fossero venuti nella determinazione di ritirarsi, proclamando vuoto il trono patriarcale e pronunziando l’interdetto. Questo fatto ben fu giudicato una rivoluzione religiosa; poiché esso toglieva al Patriarcato quel po’ di autorità che fino allora avea conservata, sostituendovi quella di un Sinodo, che al più non costituiva altro che una specie di assemblea elettorale. Come mai il Sinodo, che dava una prova cosi manifesta d’usurpazione dei diritti $ delle prerogative patriarcali, osava proclamare la Chiesa in istato di persecuzione ? Aveva forse il Governo impedito il libero esercizio del culto e le elezioni alle cariche ecclesiastiche? Avea voluto usurpare qualche potere disciplinare, o avea tentato d’imporre agli ortodossi una qualche modificazione ai loro dogmi '? Il Governo non poteva certo ritirare più i berats, per quanto leggermente concessi; nè imporre al clero bulgaro di indossare abiti diversi da quelli di cui sempre era andato rivestito; senza rendersi colpevole di persecuzione verso una Chiesa riconosciuta, e che avea sufficienti titoli alla tolleranza, come tutte le altre. Così esprimevansi i giornali ottomani, e all’obbie-zione che la Chiesa bulgara era stata scomunicata, rispondevano che per ciò solo il Patriarca avea rinunziato a qualunque giurisdizione su di essa e che non avea quindi alcun diritto di più occuparsene; come non si poteva al certo occupare nè di quella armena , nè di quella cattolica. Aggiungevano che, se l’errore era stato del Patriarca nel lanciare la scomunica, e se era inconcepibile la pretesa che il Capo della religione maomettana dovesse esser costretto a far pesare sulla Chiesa bulgara le conseguenze terrene e materiali che si volevano connettere ad un fatto puramente religioso cristiano, la condotta del Sinodo e del Consig-lio misto rivelavasi come tendente a far nascere dei disordini ad ogni costo. Ma il Metropolitano di Cyzico, malgrado che la stampa russa appoggiasse validamente le ragioni del Patriarcato e incoraggiasse il modo di agire del Sinodo e del Consiglio, protestò alla Porta contro 1’ illegale interdetto, e volle celebrare i divini uffici, con tutta la solennità, nella sua cattedrale e con l’accordo di tutto il suo clero. Lo Czar allora direttamente s’interpose a favore della Chiesa ortodossa greca, e i privilegi patriarcali furono riconfermati; come appare dalla lettera del Gran Visir, diretta al Patriarca, in data 23 gennaio 1891 ; però intorno a ciò che si riferiva ai berats, che erano stati causa di tutta la questione, la Porta limitavasi