— 503 — riforme, sulla Serbia, sulla Bulgaria e su infinite altre cose. Fra le altre disse di non credere che, formando della Macedonia uno • Stato indipendente, l’Europa possa risolvere la questione balkanica; poiché ivi, se vi ha greci, turchi, bulgari e serbi, non esistono affatto i macedoni. Gli Albanesi non li accennò nemmeno; tanto •che noi dubitiamo che S. E. da quelle regioni che vogliono chiamare Macedonia abbia voluto togliere il mlayet di Kossovo e quello di Monastir, nei quali, a dir vero, quasi tutti gli abitanti sono albanesi. Se questo è stato il pensiero di lui, noi siamo contenti; ma se egli con la parola Macedonia ha voluto tener dietro alle menzogne della Turchia, dell’Austria e della Russia, ed ha quindi compresi del tutto in quella espressione i tre vilayets di Monastir, di Kossovo e di Salonicco ; allora noi siamo buoni a dirgli che i Macedoni esistono in Macedonia, e che i Macedoni, padroni del luogo, sono gli Albanesi odierni, i quali, secondo il sangue, discendono dal popolo di Filippo e di Alessandro, che non erano nè greci, nè serbi, nè bulgari, nè turchi, ma Albanesi, aventi allora il nome di Macedoni, come già ebbero quello di Pelasgi e di Illiri; Albanesi come quelli che vivono nei vilayets di Janina e di Scutari, coi quali i Macedoni hanno comune la origine, il sangue, la lingua. Essendo questa la verità , riesce chiaro che, riunendo in una sola unità tutti quei luoghi dove oggi vivono gli Albanesi, l’Europa, se pure, come afferma, vuole la pace generale, è in caso di riconoscere uno Stato indipendente e forte accanto alla Serbia, alla Bulgaria , al Montenegro e alla Grecia; uno Stato al quale, senza andare in cerca di parole antiche, può benissimo lasciare il nome di Albania, che é quello onorando che veramente le appartiene. Che noi abbiamo ragione, ce lo prova lo stesso signor Milovanovic, affermando che la Macedonia non potrà incorporarsi giammai alla Serbia, nè alla Bulgaria, nè alla Grecia. Per dire tutta la verità, non vogliamo lasciar nella penna che S. E. disse che, se la Macedonia se la dividessero fraternamente la Serbia, la Bulgaria e la Grecia; o se questi tre stati , senza mire di allargamenti territoriali si sforzassero a pacificare quelle regioni, formando una specie di confedazione fra gli stati balkanici, ciò sarebbe tanto di guadagnato per tutti; tanto per gli Slavi, quanto per la Turchia, quanto pure per l’Europa stessa, che non avrebbe più alla porta di casa una bomba sempre pronta a scoppiare. Benissimo ! Ma crede davvero il signor Milovanovic che possano allearsi la Serbia con la Bulgaria, e la Bulgaria con la Grecia ? ■ Crede davvero egli che la Russia e l’Austria sarebbero compieta-mente soddisfatte di tenere il cero a quelle tre nazioni, quando esse, come tre sorelle affettuose si mettessero a tavola, nelle nozze della Turchia ? Crede egli davvero che gli Albanesi starebbero a piedi incrociati in attesa di un qualche padrone ? Non se la pigli