— 247 — risposta chiara al Governo. Io chiedo al Ministro italiano parole che contrappesino quelle del cancelliere austriaco. Questi ha detto che non permetterà all’ Italia alcuna ingerenza politica nell’ Albania; e il Ministro italiano risponderà che tale ingerenza l’Italia non può permettere all’ Austria. Le parole che Mettermeli, or fa sessant’anni, scrisse aU’ambasciatore in Atene, aver lui deliberato che tutto il paese ad occidente, da Belgrado a Tessalonica, debba esser soggetto all’Austria, queste parole debbono esser cancellate. » Parlò poscia l’on. Guicciardini nei termini seguenti: « ..... I principali interessi dell’Italia sono nel Mediterraneo; e nel Mediterraneo i principali interessi dell’Italia sono quelli che concernono la situazione politica dell'Italia e la situazione politica dell’Albania... Se la Tripolitania rappresenta un grande interesse italiano, l’Al • bania rappresenta per l’Italia un interesse vitale. Il golfo di Val-lona nel suo magnifico specchio d’acqua può dar rifugio alla più. grande flotta del mondo, precisamente come Tolone , Spezia, Biserta, Pola; è situato all’imboccatura del mare Adriatico; dista dalle coste pugliesi appena quaranta miglia, una distanza , cioè , che può esser superata da un piroscafo ordinario in quattro ore, e da una torpediniera in due ore appena. La rada di Durazzo, che già diede rifugio alla immensa flotta di Pompeo fuggente davanti a Cesare, presenta le condizioni per essere facilmente trasformata in un porto artificiale, con requisiti poco dissimili da quelli che presenta Yallona. Durazzo e Vallona poi sono destinate , o presto o tardi, a diventare testa di linea di quella grande ferrovia che dovrà mettere in comunicazione diretta il Bosforo, la Macedonia e la Serbia con l’Adriatico e con l’Europa occidentale. Se sono degne di considerazione le condizioni geografiche dell’Albania, anche più degne di considerazione sono, in questo momento, le sue condizioni politiche. Il Governo del Sultano, in quelle regioni, non fa una politica nè di religione, nè di nazionalità, nè di classe; ma tutti egualmente opprime con un sistema di governo che pare destinato soltanto a spillare comunque danaro, per arricchire i pascià che vengono a governare l’Albania e i loro protettori a Costantinopoli; è un vero governo di sfruttamento. Al malgoverno del Sultano corrisponde, forse non occorrerebbe dirlo, un malcontento vivissimo in tutte le classi della popolazione, senza distinzione di razza, di religione e di condizione sociale. E tutti, musulmani e cristiani, ortodossi e cattolici, ricchi bey e poveri contadini, tutti sono accomunati da un desiderio comune , quello di una situazione migliore. E da chi visiti quelle regioni, nei fidati colloqui , più di una volta sulle labbra dell’interlocutore si colgono espressioni come queste : Così non si può andare avanti; i beneficii della civiltà per noi, che pure abitiamo una terra che si rispecchia nel mare Adriatico, sono una parola vana; non abbiamo sicurezza nè delle persone, nè delle cose; chiunque venga, o dal nord o dal sud, o dall’est o dall’ovest? sarà salutato da noi come un salvatore. La si-