— 154 — torio bulgaro non diventi il campo donde possano emanare degli atti diretti contro gli Stati vicini ed in rapporti amichevoli con noi. La formazione di Società e le riunioni aventi lo scopo di eccitare il nostro popolo ad atti ostili contro gli Stati vicini ed amici; le collette fatte a profitto degl’insorti d’uno stato straniero; l’arruolamento di volontari e la formazione di bande, in vista di un’azione di là dalla frontiera; le compre di armi per tali bande, costituiscono degli atti che sono leciti solo in caso di, stato di guerra. Tali atti sono condannati dal diritto delle genti, e per conseguenza, in caso che si avverino, essi costituiscono un attentato contro la sicurezza dello Stato, tanto all’interno che allo esterno ; delitto preveduto e punito dalla Costituzione e dalla Legge penale. » Il 28 giugno dello stesso anno, il Ministro degli Esteri Natcovitch indirizzava a De Voigs Rhetz, g-erente il Consolato generale tedesco a Sofia, una Nota, che fu pure comunicata ai Rappresentanti dell’Inghilterra, dell’Austria-Ungheria e dell’Italia, respingendo l’accusa che le bande armate, le quali in quei giorni aveano fatte delle incursioni nel territorio turco e provocati gravi disordini ad Uskyp, fossero state inviate dalla Bulgaria, che invece avea date infinite prove di politica savia e leale alle Grandi Potenze e alla Porta; tauto che nessuna protesta era stata fatta da Costantinopoli al Gabinetto di Sofia. Rilevava egli inoltre che la Bulgaria era rimasta affatto tranquilla; quantunque l’amministrazione turca fosse identica tanto in Armenia, quanto nei vilayets della Turchia europea, e che le popolazioni di questi ultimi speravano di meritare la stessa simpatia e le stesse riforme. Aggiungea che, prima della costituzione del Principato in uno Stato autonomo, la popolazione bulgara di tutte le provincie dell’ Impero era soggetta alla stessa amministrazione e formava un’unità morale, sanzionata dalla sua organizzazione ecclesiastica ; e che quando il Principato fu staccato dall’ Impero, esso divenne naturalmente un punto d’ attrazione per i popoli rimasti sotto l’amministrazione della Sublime Porta. « Da allora, scriveva egli su per giù, 1’ istituzione di Società letterarie e di giornali Macedoni in Bulgaria; e da allora molti giovani delle provincie vicine accorrono ad istruirsi nelle scuole bulgare civili e militari. Tali Società e tali scuole non sono state mai causa di malcontento da parte della Porta e delle Grandi Potenze. La rapida prosperità del Principato è stata causa che un gran numero di persone siano emigrate dai vilayets turchi e si siano stabilite in Bulgaria, la quale non è perciò responsabile di tale stato di cose, nè della comunione d’idee stabilitasi fra i rimasti in Turchia e gli emigrati, che, felici sotto un’amministrazione onesta e sotto una costituzione liberale, profittando della libertà e seguendo l’esempio degli Armeni rifugiati all’ estero, i quali sono riusciti ad accapparrarsi le simpatie dell’Europa, vo-