— 197 — tarli a fare per il risorgimento della Patria dei loro avi più che non abbiano fatto... Essi avrebbero potuto in Albania diventar propagatori di una civiltà italo-pelasg-a, portare in nome d’Italia una parola di concordia e di unione agii Albanesi cattolici, musulmani, ortodossi. Nulla di tutto questo venne fatto. Ho dimostrato quanto pericolose siano per l’Italia le ambizioni austriache nella Penisola balkanica; credo superfluo di provare quanto siano pericolose le russe, le panslavistiche. Il panslavismo mira alla occupazione di tutta la costa orientale dell’Adriatico e del Jonio, alla dominazione di questi mari. Se vi è vunque una politica antinazionale per l'Italia, si è una politica austrofila o russofila. Eppure, da dieci anni in qua, noi siamo stati a vicenda austrofili, e sempre giocati e burlati ! » Fin dal 1834 il mio illustre concittadino Dr. Giovanni Schirò pubblicava a Palermo alcune sue memorie intorno ai « Rapporti tra l’Epiro e il Regno delle due Sicilie », e quasi non v’ha libro stampato in Italia suH’Albania e sugli Albanesi che non ne tratti partitamente, o che, per lo meno, non accenni alle relazioni o politiche, o amichevoli fra le due nazioni. A titolo di curiosità e in omaggio alla veneranda memoria di uno dei più grandi uomini cui abbia mai dato i natali il mio paese nativo, e come lievissimo segno di quella gratitudine che tutti gli Albanesi nutrir dovrebbero verso il P. Giorgio Guzzetta (n.25 aprile 1682 e m. 22 novembre 1746), fondatore del nostro Seminario in Palermo e di altre Pie Opere in Piana, strenuo difensore della libertà della Patria, e quale documento di ciò che, più d’un secolo addietro, i nostri connazionali, meditando sui loro tristi casi, maturavano, pur di sottrarsi alla tirannide musulmana; piacemi qui ricordare come di lui ancor ci resti un breve lavoro, sul « Diritto che hanno li serenissimi Re di Sicilia sopra l’Albania, onde ben possano intitolarsi ancora Re e Despoti, cioè signori di essa. » Tale documento, la cui preziosa minuta originale si conserva nella Biblioteca comunale di Palermo, fu dal P. Giorgio Guzzetta presentata a Carlo III di Borbone, allorché questo benefico Re accordava, sulle Mense arcivescovili di Palermo e di Monreale e su quella vescovile di Girgenti, delle cospicue rendite a favore del Pio Istituto, eretto nella capitale dell’isola per 1’ educazione e per la coltura della gioventù albanese di Sicilia, e specialmente per la formazione di sacerdoti nazionali, a servigio delle nostre Colonie e per le missioni nella Madre-Patria. Nell’atto di porgerlo al Monarca egli, come si legge nella sua vita, pronunziava le seguenti parole : « Sire, io a’ vostri piedi prostrato, vengo a rendervi le dovute grazie di quanto avete voluto graziosamente accordare in favore e a vantaggio della mia Nazione Albanese. Io sono un povero e meschino prete, il quale nulla vaglio e posso; ma frattanto ad offerir vengo a voi