— 139 - per Bulgari tutti gli esarchisti e la metà dei villaggi e delle città di popolazione mista, ed escludendo i distretti e i territori riconosciuti come prettamente albanesi, si ricava che solo una buona parte della sola popolazione cristiana nella rimanente Macedonia può esser ritenuta bulgara, anche da una statistica di propaganda, di fronte ad una massa imponente costituita da Albanesi, da Va-lacchi, da Armeni, da Ebrei, da Turchi, da Circassi, da Serbi, da Greci; senza dire che come Albanesi bisogna considerare una gran parte di quelli che si ritengono greci perchè ortodossi patriarchi-sti, serbi perchè serbizzanti, turchi perchè maomettani. Che se poi si deducono dagli esarchisti, ritenuti bulgari, tutti gli Albanesi cristiani che vi sono compresi; le proporzioni subiscono dei mutamenti assai sensibili ; pur restando il fatto che, in rapporto ai veri Greci, Turchi e Serbi, come pure ai Valacchi, Armeni, Circassi ed Ebrei, singolarmente presi, i Bulgari veri rappresentano il gruppo etnico più forte e di gran lunga più importante. Se poi finalmente si pensa che i Valacchi e i Turchi , gli uni per ragioni d’antichissima simpatia , e gli altri per ragioni di fede religiosa, si schierano dalla parte degli Albanesi e fanno causa comune con loro, si desumerà facilmente che questi, coi loro alleati, rappresentano in Macedonia la maggioranza più sensibile, di fronte ai veri Bulgari, uniti ai Greci, ai Serbi, agli Armeni e agli Ebrei. Non si può per altro credere nè ammettere, nemmeno per comodo di polemica, che, ad eccezione degli Albanesi, i singoli nuclei di popolazione della Macedonia possano accampar diritti per la loro nazionalità speciale e pretendere d’esser annoverati tra i fattori politici ed etnici decisivi. Se per Macedonia quindi si vuole intendere il territorio della Turchia europea formato dai viiayets di Monastir , di Kossovo e di Salonicco, anche escludendo dal primo i sangiaccati di Dibra, di Selfidjè , di Kortslia e di Elbassan, in cui, secondo lo stesso Schupow, i villaggi bulgari, comprese le fattorie , raggiungono appena la somma di 60 di fronte a 893 albanesi; e dal secondo i sangiaccati di Prisrendi, Prishtina, Novi-Bazar, Ipek, Tachlidjè, in cui si hanno le proporzioni di 147 villaggi bulgari di fronte a 2293 albanesi ; bisogna convenire che negli altri sangiaccati che restano, cioè Monastir, Uskyp, Salonicco, Seres e Drama, presi insieme, l’elemento albanese, unito al valacco e al turco, è prevalente. In vero, se da una parte di fronte a 1777 villaggi, dallo Schupow ritenuti bulgari, perchè esarchisti; si hanno 1551 in cui l’elemento bulgaro non figura affatto; dall’altra, ove si detraggano dai 1777 i fattori esarchisti di nazionalità non bulgara, e si aggiungano ai 1551, si potrà, senza sforzi di buona volontà, venire alla conclusione che, negli stessi sangiaccati non ritenuti prettamente albanesi, i due elementi, nella peggiore ipotesi , si equilibrano, e che in un momento decisivo prevarrà quello che è