— 536 — del Principe di Bismark, quando il gran cancelliere, studioso di accaparrarsi la benevolenza e l’alleanza della Russia, cercava di non crearle ostacoli in nessuna parte del mondo. Ma la politica del giovane e cavalleresco Imperatore, che con salda mano corregge il freno di quel gran paese, segue altri intenti. La politica tedesca, mentre incalza l’Austria verso Salonicco, accomuna con essa i suoi interessi economici nei Balkani e studiasi a sostituire la propria influenza a quella russa in Costantinopoli, donde con la progettata ferrovia di Bagdad, mira a schiudersi una via più breve e più diretta verso il Golfo Persico. La Germania é nostra alleata; ma è pure alleata dell’Austria-Uugheria e congiunta ad essa con più stretti legami. In questo stato di cose è evidente che il meglio che da noi si possa fare, ove ci piaccia prendere nei Balkani una posizione adeguata ai nostri interessi, é di procedere d’accordo con l’Austria, e in ciò consento pienamente con quanto disse l’on. Guicciardini nel suo assennato discorso.... « Gli accordi negativi non bastano, ed è d’uopo premunirsi pel caso in cui non sia possibile mantenere l’integrità dell’impero ottomano. Ma appunto per mettersi in grado di fronteggiare gli avvenimenti, l’Italia deve procedere di accordo con la Germania e specialmente con l’Austria e coltivare con ogni cura le amichevoli relazioni con la stessa Turchia. « Perchè la nostra azione si svolga senza contrasti e con reciproco vantaggio, è necessario cementare gl’intimi rapporti costituiti con l’Austria da venti anni di fedele alleanza e impedire che al confine orientale si addensino le nubi fortunatamente dissipate ad occidente. « Per conseguire questo intento la nostra politica estera deve proporsi obbiettivi chiari e precisi, e condursi in guisa che non siano mai sospettate le nostre intenzioni, nè la sincerità dei nostri procedimenti. « L’Italia si trova ora in condizioni fortunatissime e in grado di guadagnare il tempo perduto e la posizione che le compete nella penisola balkanica. « L’on. Tittoni s’è messo sulla buona via e il governo austro-ungarico apprezzandone la attitudine seria, energica e benevola, si mostra disposto a intendersi con noi sulle basi della più leale reciprocità. « Non dubito che l’alto fine verrà raggiunto se, profittando dei migliorati rapporti con 1’ Impero austro-ungarico , il nostro Governo saprà creare e diffondere nei Balcani una larga corrente di interessi italiani, con mezzi adeguati e con una politica coerente, saggia ed oculata , che attinga vigore morale ed efficacia dalla stima e dalla fiducia che saprà ispirare all’estero e dal consenso della pubblica opinione del nostro paese. » Anche l'on. Sommi Picenardi, considerando gravi le condizioni